In Medio Oriente si sta diffondendo un nuovo fenomeno che promette di diventare virale: #BurnIsisFlagChallenge, una catena che, imitando il tormentone Ice Bucket Challenge, invita tutti a bruciare una bandiera dell’Isis. Come riporta il sito americano Mother Jones, la campagna di sensibilizzazione contro la violenza dello Stato Islamico ha già riscosso migliaia di adesioni. Una catena destinata a diffondersi in tutta l’area mediorientale e non solo, con centinaia di persone che stanno già diffondendo video e foto delle loro adesioni sui social network. Intanto, nel nord dell’Iraqi fondamentalisti hanno sequestrato 50 persone che hanno dato fuoco a una bandiera e a una postazione militare dei miliziani.
L’idea è nata sabato, quando 3 ragazzi libanesi sono scesi in strada per protestare contro le azioni compiute dagli uomini del califfo, Abu Bakr al-Baghdadi, la decapitazione di un sergente dell’esercito libanese e il rapimento di 20 militari libanesi. I ragazzi, dopo la protesta, si sono ripresi mentre bruciavano la bandiera dello Stato Islamico, invitando tutte le persone a ripetere il gesto in segno di solidarietà contro le popolazioni colpite dalla violenza jihadista: “Io nomino il mondo intero – si sente nel video – per il #BurnIsisFlagChallenge, avete 24 ore di tempo”. Il video ha fatto in poco tempo il giro del web, oltrepassando presto i confini mediorientali e arrivando in Europa e negli Stati Uniti, dove sta iniziando a riscuotere le prime adesioni. Intanto, nel nord dell’Iraq 50 persone sono state sequestrate dai miliziani dopo aver bruciato una bandiera dell’Isis e una loro postazione militare. Non è confermato, però, che il gesto dei cittadini iracheni fosse collegato all’iniziativa dei tre ragazzi libanesi.
@Hedge76 @SDassy @anjemchoudary make sure to burn an isis flag. pic.twitter.com/GDf9WYcHBz
— ☠ジョーカー☠ (@Shadow__Creeper) 21 Agosto 2014
Il ministro della Giustizia libanese, Ashraf Rifi, ha manifestato il suo dissenso nei confronti dell’iniziativa. Bruciare la bandiera dell’Isis, a suo dire, vuol dire non solo schierarsi contro gli jihadisti di al-Baghdadi, ma distruggere un simbolo dell’Islam. Sulla bandiera, infatti, si legge in arabo “non c’è altro dio all’infuori di Dio (Allah) e Maometto è il suo profeta”, la frase con cui si aprono tutte le preghiere musulmane. Altri esponenti politici o della società civile libanese, invece, hanno difeso l’iniziativa dei tre ragazzi, ritenendola un bel gesto di vicinanza a chi sta soffrendo a causa della violenza dello Stato Islamico.