Da oltre due anni, insulti xenofobi e gravi intimidazioni destinati non solo a Aicha Mesrar, ma anche al sindaco del comune Trentino, Andrea Miorandi, per farli desistere dalla costruzione di una moschea. La donna abbandona il paese dopo 23 anni: "Ho paura per i miei figli"
Minacce di morte per sé e la sua famiglia dal 2012. Ora la consigliera comunale Pd di Rovereto Aicha Mesrar ha paura, non tanto per sé quanto per i suoi figli. Ha deciso così di dare le dimissioni dal Consiglio e lasciare non solo Rovereto ma l’Italia, cercando un’altra sistemazione all’estero. E non intende ripensarci, a suo dire, nonostante siano 23 anni che la donna risiede con la famiglia in questo centro del Trentino. “Non posso vivere per sempre sotto scorta – dice la donna -. Non ho paura per me, ma per i miei figli. Me ne vado con orgoglio, soddisfatta di quello che ho fatto e di quanto ho ricevuto”.
Di origine marocchina, 45 anni, Mesrar è una mediatrice culturale, attiva nel volontariato e presidente della cooperativa Città aperta. La promessa di farle del male, ripetuta in una serie di lettere anonime e oggetto di indagini da parte delle forze dell’ordine, che in questi anni hanno addirittura lavorato anche per proteggere lei e la sua famiglia. Minacce non soltanto a lei, ma anche al sindaco, Andrea Miorandi, per farli desistere in particolare dall’idea di un luogo di sepoltura islamico e da quella di una moschea.
Mesrar racconta di avere dovuto cambiare diverse abitudini negli ultimi due anni. Proprio lei che era abituata da sempre a lavorare, di giorno o di sera, in riunioni o sola. Questo l’aveva spiegato con semplicità al suo ingresso in Aula a Rovereto nel 2010, nel Pd, quando si era trovata addosso, un po’ stupita, molta attenzione per il velo che indossava e intendeva tenere, quale simbolo di preghiera. Miorandi le aveva dato l’incarico speciale per la promozione di “Rovereto città aperta al mondo”
Immediati i messaggi delle istituzioni e di parti politiche. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha espresso rammarico e dispiacere, chiamandola al telefono. “In questi anni ci siamo molto adoperati per garantire accoglienza, convivenza e integrazione di tutti i membri della società trentina”, ha aggiunto. Un pensiero anche del presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, che si è detto preoccupato per la notizia dell’addio. “Se Aicha Mesrar, straordinario esempio di impegno civile nella direzione della convivenza pacifica tra le culture decide di abbandonare i propri incarichi e addirittura di trasferirsi all’estero, allora dobbiamo preoccuparci tutti – ha detto Dorigatti – Questo episodio significa che il Trentino non ha ancora sconfitto del tutto i pericolosi germi dell’intolleranza”. Una posizione contestata dal segretario della Lega Nord regionale, Maurizio Fugatti. “Non è questa l’immagine – ha risposto il segretario – che hanno invece i tanti trentini che oggi si sentono addirittura discriminati nell’erogazione dei sussidi pubblici rispetto agli stranieri”. Opposte le dichiarazioni della Cgil, che ha parlato di un andare via che è “un segnale inquietante“, e dei Verdi altoatesini, che hanno espresso “profondo dolore“.
(Foto dal sito del Partito Democratico Trentino)