I nostri ragazzi: questi sconosciuti. Un ottimo film per genitori & figli, specie per questi ultimi. Ivano De Matteo, nuovamente al Lido ma stavolta in concorso ai Venice Days-giornate degli autori, segnala con I nostri ragazzi un pericolo estremo e che ci tocca tutti da vicino perché affronta una domanda essenziale: “Cosa farebbe un genitore qualunque oggi se scoprisse che il proprio figlio è in grado di compiere un crimine efferato?” Dramma famigliare di grande sensibilità, il suo nuovo film illustra un male che proviene dall’ultimo luogo in cui ce lo aspetteremmo, e contestualmente denuncia una terribile situazione di incomunicabilità tra famiglie e generazioni. Il “luogo” imputato è la famiglia, borghese, italiana. Ciascuno dei due nuclei descritti ha un figlio teenager: sono cugini tra loro, essendo i loro padri fratelli. Diversi come il giorno e la notte, i suddetti nuclei si trovano ad affrontare qualcosa che li supera, che li trova talmente impreparati da causare loro traumi diversamente espressi.
Il cast messo in piedi da De Matteo è di quelli stellari: Luigi Lo Cascio, Alessandro Gassmann, Giovanna Mezzogiorno e Barbara Bobulova. I loro figli, invece, sono interpretati da Rosabell Laurenti Sellers e Jacopo Olmo Antinori, il ragazzino di Io e te di Bertolucci, per intenderci. Tutti in parte e profondamente scossi dagli eventi narrati nel film che a sua volta si ispira liberamente al romanzo La cena di Herman Koch, sono consapevoli della propria impreparazione nella vita dovessero trovarsi in tale situazione. Come si spiega che un ragazzino uccida e “viva” il suo gesto come cool? “Io come Ivano sono genitore, mio figlio di 16 anni è totalmente felice solo quando c’è il wifi: la sua realtà come quella dei suoi coetanei è totalmente mescolata alla finzione, ed è fatalmente filtrata dalla tecnologia”, sottolinea con allarme Gassmann, a cui fa eco il regista che denuncia un certo modo di “vivere la tecnologia contemporanea alla stregua dell’eroina negli anni ’70 “è stata messa in commercio per distruggere il pensiero e questo mi mette paura. Ma nella vita siamo sicuri che basta un click per resettare tutto?” si chiede retoricamente il cineasta romano.
“La responsabilità è di tutti, nel caso del mio personaggio – aggiunge Giovanna Mezzogiorno – si tratta di una madre talmente apprensiva e protettiva da assumere verso di lui un ingiustificato atteggiamento reverenziale”. Atteggiamento che lo stesso “teenager” attore Jacopo Olmo Antinori giudica “surreale”: “ma quando mai una madre porta il pranzo sulla scrivania del figlio adolescente che pranza pigramente in camera sua?”. Per entrambi i giovanissimi attori “un certo uso delle nuove tecnologie normalizzano la violenza e tirano fuori spesso il peggio che sta dentro di noi”. Il film che esce domani nelle sale italiane distribuito da 01 Distribution, pone dunque domande esistenziali e sociologiche di primaria importanza, una su tutte esemplificata proprio dallo stesso De Matteo: “La giustizia è giusta? E se il figlio minorenne di un magistrato uccidesse cosa farebbe lui? Lo denuncerebbe? Non nascondiamoci dietro a questi quesiti, perché possono appartenere davvero a tutti noi”.