“Messina Denaro? Se il padre era un cretino figuriamoci il figlio”. Parola di Vito Ciancimino, ex membro della Democrazia Cristiana condannato per associazione mafiosa e deceduto nel 2002. A raccontarlo durante il programma KlausCondicio, condotto da Klaus Davi, è stato il figlio, Massimo Ciancimino, ricordando un episodio del passato, quando Matteo Messina Denaro, esponente di spicco di Cosa Nostra e attualmente latitante, entrò nel suo negozio per chiedergli il pizzo.
“L’ho conosciuto, era uno molto attento all’immagine, molto curato, a differenza di quelli come mia madre e mio padre, veri paesani”. Il ricordo del figlio dell’ex politico ritrae un capo mafioso atipico, attento allo stile, a cui piacevano le belle donne e che teneva a nascondere il suo accento siciliano sforzandosi di parlare italiano: “Che poi tutta questa attenzione all’immagine, alla lingua, allo stile nella non cultura mafiosa è visto come un difetto”. Messina Denaro è latitante da 21 anni. È stato uno dei maggiori esponenti dell’ala stragista di Cosa Nostra e organizzatore di diversi attentati della stagione 1992-93 del terrorismo mafioso, tra cui la strage dei Georgofili, a Firenze. Il boss è considerato uno dei dieci super latitanti più pericolosi al mondo e il suo ultimo avvistamento risale al 1994, quando si recò in una clinica oculistica di Barcellona per curare una forte miopia.
Ciancimino, che oggi è un testimone di giustizia riguardo alle indagini del periodo delle stragi di mafia tra il 1992 e il 1993 e indagato per concorso in associazione mafiosa e concorso in riciclaggio di denaro, ricorda anche il suo primo incontro con il boss di Castelvetrano che si presentò nel suo negozio per chiedergli il pizzo. “Ai tempi – racconta – gestivo un negozio Chateau d’Ax e sostanzialmente mi chiese di versare il pizzo. Si è presentato con un Mercedes Station Wagon a Marsala, accompagnato da un signore. Mi colpì la sua freddezza: mi guardava dritto negli occhi”. Il figlio dell’ex Dc non cedette alle richieste del boss ricercato e parlò dell’accaduto con il padre: “Lo hai mandato a quel paese? – commentò Vito Ciancimino – Hai fatto bene. Messina Denaro? Se il padre era un cretino, figuriamoci il figlio”.