Forza Italia vuole la coalizione. Ma la Lega si oppone al ritorno del Nuovo centrodestra. Se il futuro della Regione Emilia Romagna si gioca a sinistra, la destra cerca di ricompattarsi in vista delle prossime elezioni. Perché il Pd da sempre vincitore scricchiola sotto i colpi del fuoco nemico, tra renziani di vecchia e nuova data a gestire conflitti già visti, e l’occasione per Forza Italia, Ncd e Lega potrebbe essere buona.Ma ancora, fino all’intervento di Silvio Berlusconi atteso per i prossimi giorni, l’accordo non si trova. Per ora non c’è un candidato, nemmeno l’identikit, ma solo autocandidature e alleanze tutte da costruire. Sullo sfondo l’ombra dei 5 Stelle, sfaldati sul territorio locale, ma forti a livello nazionale. Forza Italia tifa per una coalizione che non escluda nessuno, ma la Lega non è disposta a togliere il veto su Ncd: “Noi non ci stiamo con chi governa con la sinistra”, avverte Gianluca Pini all’agenzia Adnkronos. Massimo Elio Palmizio, coordinatore regionale azzurro, sta facendo di tutto per tenere insieme i vari pezzi del mosaico: mantiene i contatti con Udc, Fdi, Ncd e le due leghe, la Lega Nord-Romagna e la Lega Nord-Emilia, che sono divise sulla linea da tenere (la prima è favorevole a un’intesa con Fi, l’altra punterebbe a correre da sola). Diplomazie al lavoro, dunque. Per portare a buon fine una trattativa che resta difficile, per mancanza di una linea chiara del partito. Tant’è che, raccontano, Palmizio avrebbe chiamato Silvio Berlusconi per avere indicazioni precise sul da farsi e il Cav lo avrebbe rassicurato, anticipandogli la nascita (ufficializzata qualche ora dopo) di una commissione ad hoc (presieduta dal senatore Altero Matteoli e composta da Renato Brunetta, Paolo Romani, Denis Verdini e Giovanni Toti) con la mission di elaborare i programmi, selezionare le candidature e avviare le trattative con gli alleati in tutte le realtà interessate dal voto, a cominciare proprio dall’Emilia. Prima che la commissione si riunisca, però, il leader forzista avrebbe precisato che mercoledì 10, convocherà a palazzo Grazioli, i 20 coordinatori regionali azzurri per fare il punto della situazione, perchè vuole occuparsi in prima persona del rebus candidati.

Tra gli scenari il primo, quello ideale per Fi preoccupata sempre dall’onda lunga grillina e dalla forza del Pd, di trovare un candidato di coalizione; il secondo, considerato da tutti gli osservatori quello più plausibile, che porterebbe a un’alleanza elettorale tra Fi-Lega-Fdi e tutte le forze alternative alla sinistra, senza gli alfaniani. La terza opzione, in caso di rottura per i veti incrociati, vedrebbe correre Fi e il Carroccio da soli. Pini, deputato padano e leader della Lega-Romagna, è categorico: ”Le condizioni per un’alleanza con Forza Italia e anche Fdi ci sono, ma non mi pare possano esserci, almeno per adesso, con il Nuovo centrodestra. La linea dei centristi in materia di immigrazione, il sostegno incondizionato al governo Renzi e le scelte suicide in politica estera -dice all’Adnkronos- non possono essere barattate per aver un consigliere in più o in meno in Regione. Noi cerchiamo di far politica in maniera corente e coerentemente dobbiamo tenere lontano da una coalizione alternativa alla sinistra chi, in questo momento, governa il Paese con la sinistra”. Mentre Palmizio tenta di mettere in piedi l’alleanza, non si ferma il totonomine. Allo stato, l’unico azzurro a farsi avanti per è stato il consigliere uscente, Marco Lombardi, eletto a Rimini, che ha rotto gli indugi con un annuncio pubblico, dando la sua disponibilità anche a partecipare a eventuali primarie. Oltre a Lombardi, sarebbero pronti a scendere in campo per Fi altri consiglieri regionali uscenti: Fabio Filippi, eletto a Reggio Emilia, e Galeazzo Bignami, eletto a Bologna. In queste ore si è parlato anche di un nome eccellente, forse un giornalista romagnolo, ma non trova nessuna conferma ufficiale. Palmizio smentisce poi categoricamente la voce di una sua possibile candidatura a governatore.

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