Da ex rottamatore a ex rottamatore, Davide Serra ridimensiona Matteo Renzi. Presente al Forum Ambrosetti di Cernobbio, il finanziere che tentò di rottamare i salotti buoni italiani e che figura tra gli sponsor della prima ora del premier, non ha dubbi: l’agenda Renzi lo convince – slide per slide – dal punto di vista dei contenuti. Non da quello dell’attuazione. “Se tu sei l’amministratore delegato di un’azienda, in questo caso il primo ministro, devi essere sicuro di avere il consiglio di amministrazione, quindi il Parlamento, che ti supporta pienamente – spiega -. E forse da non fare nulla in 20 anni a voler fare una riforma al mese con la stessa classe politica, è eccessivo. Vuol dire che non fai il conto con l’oste”. E’ l’ambizione supera i mezzi? “No, il punto è il senso dell’urgenza. Ad oggi – continua Serra – il vero cambiamento è che c’è grande capitale pronto a rientrare in Italia, perché hanno capito che questa volta si fa sul serio. Poi che succeda in uno o tre mesi questo non importa, però il cambiamento ormai è partito, non si torna indietro”, conclude ribadendo che il vero male dell’Italia, per lui, è che “la generazione prima della nostra si è rubata la cassa” di Gaia Scacciavillani e Franz Baraggino
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