Sembra un titolo metaforico ma è solo pura e triste realtà. E’ risaputo da tempo, oramai, che la Sardegna è un’ isola utilizzata con disinvoltura per esercitazioni militari di qualunque genere.
Non solo dallo Stato italiano ma anche da forze militari di altre nazioni come ad esempio Israele. Un elenco lungo di ogni tipo di reale bombardamento che la Sardegna subisce da tempo e senza sosta.
Un territorio con numerose servitù militari, distribuite in tutta l’isola, e da anni al centro di numerosi dibattiti ed inchieste giudiziarie. Una situazione che è diventata sempre più incontrollabile ed estremamente pericolosa per tutta la collettività.
L’ultimo grave episodio è accaduto ieri durante i bombardamenti nella zona di Capo Frasca (provincia di Oristano). A causa di queste operazioni militari è stato causato un grosso incendio di circa 25 ettari. Il tutto con l’impossibilità da parte degli uomini della Forestale di poter intervenire celermente a causa delle deflagrazioni continue e imprevedibili. Insomma una vergognosa realtà difficile da digerire.
Non è concepibile che nel 2014 un’intera regione venga utilizzata come territorio da poter tranquillamente bombardare. Siamo in guerra tutto l’anno. Ci bombardano tranquillamente tutti i giorni con ogni tipo di armi e di qualunque genere. Lasciamo da parte le teorie del complotto ma è innegabile che numerose sostanze nocive per l’uomo e l’ambiente vengono continuamente utilizzate per le esercitazioni militari in Sardegna.
La politica che fa? Nulla di concreto. Su questa materia nessun governo e di qualunque colore politico ha mai messo fine a queste barbarie. L’unico che era riuscito ad innescare un’involuzione e una smilitarizzazione in Sardegna era stato Renato Soru. Poi più nulla. La Sardegna deve ribellarsi con forza a questa situazione sempre trascurata e presa sotto gamba. Non è più tollerabile e possibile essere il poligono di tutti.
Il danno all’ambiente e alla salute è enorme e accertato da tempo anche con le ultime inchieste giudiziarie. Per quale motivo la Sardegna e tutti coloro che ci vivono devono essere oggetto costante di bombardamenti e sperimentazioni? Per quale motivo dobbiamo subire questo assurdo trattamento e avere a vita un territorio servo di uno Stato che ci fa realmente guerra? Per nostra natura non siamo mai riuscito ad essere uniti per difenderci da queste ignobili attacchi e soprusi. Lasciando perdere vecchi e vuoti slogan sarà il caso però che tutta la Sardegna alzi veramente la testa e si renda conto che quello che accade continuamente sopra le nostre teste non è degno di un paese civile e libero. La Sardegna ha già pagato ampiamente nel corso della storia. E’ ora che la guerra contro di noi finisca.
Quirra e Perdasdefogu, a terra e per mare, Teulada, Capo Frasca e Macomer: poligoni e basi militari dove dal 21 settembre, primo giorno utile in base agli accordi con la Regione, riprenderanno dalla mattina alla notte esercitazioni e sperimentazioni interrotte per l’estate. Le attività sono già pianificate e riportate nel “Programma per il secondo semestre 2014” stilato dal ministero della Difesa. Ed ecco cosa verrà sparato durante le campagne coordinate con Stati alleati e nelle giornate in cui sventolerà solo il tricolore italiano.
Quirra: tra Sarrabus e Ogliastra si parte subito con lancio di missili Aster 30 da terra, che per settimane voleranno affiancati dagli Stinger e monitorati col sistema Skyguard. Gli stessi militari definiscono “hot”, calda, questa attività, che a ottobre verrà incrementata con i lanci di razzi “Spada”. C’è tutta la tecnologia degli armamenti più avanzata, a capo San Lorenzo, ma anche una “ordinaria” azione di bombardamento dagli elicotteri. Il documento riporta novità anche risalenti all’anno scorso, quando tutte le esercitazioni sembravano essere state annullate. Sotto i nomi Boeing 767, Waltar e la tedesca Ewitr sono andate in scena invece delle guerre elettroniche simulate.
Teulada: Per capire che succederà nel poligono del Sulcis basta leggere il sommario, senza addentrarsi nel calendario. Sono previsti: sgancio di bombe da aereo, tiri contro costa (dalle navi verso terra), scuola di tiro missili Tow, Panzerfaust e Milan (al centro delle polemiche, questi, perché armati con testate al torio) ma anche esercitazioni a fuoco di carri armati e di fucilieri. E per avere un’idea di cosa significhi questo programma basta leggere cosa è stato usato l’anno scorso e rendicontato quest’anno. Un lungo elenco che comprende, tra gli altri ordigni, razzi Minolux, Medusa e Faar, proiettili di tutti i calibri, bombe a mano e, per fare scena, anche “artifizi fumogeni”.
Capo Frasca: sulla costa occidentale voleranno anche gli aerei dell’Iaf, l’aeronautica militare israeliana. Ma mentre su Gaza purtroppo fanno sul serio, in Sardegna si addestreranno. E faranno parte dei caccia e velivoli che scaricheranno “artifici”, così li chiamano, da 6 chili a una tonnellata. Voleranno anche Tornado, Amx, Mirage, F16 e altri caccia di varie nazioni alleate dell’Italia. Tutti, assicurano dall’Aeronatica, sganceranno “inerti”, ma saranno continue le esercitazioni con razzi da 2 pollici e i colpi con i “cannoncini di bordo”.
Macomer: quello di S’Ena Ruggia viene definito “poligono occasionale” e, a leggere il programma, se confrontato con quello che succede in contemporanea dalle altre parti, ci si tranquillizza: la Brigata Sassari userà solo armi individuali e bombe a mano. Per “soli” dodici giorni al mese.