Dopo le proteste e lo sciopero del biglietto da parte dei pendolari, Trenord ha sostituito i convogli 'incriminati' con altri mezzi solo un po' più 'giovani', ma sempre alimentati a diesel
Convogli meno vecchi, certamente. Che non avranno gli oltre 40 anni di quelli che stanno per essere ‘pensionati’, attualmente in servizio sulla Cremona-Treviglio, sulla Cremona-Brescia e sulla Brescia-Parma (la fermata di Piadena è in territorio cremonese). Ma che hanno già passato i trenta, dunque ugualmente vecchiotti. Arrivati in questi giorni presso il deposito ferroviario cittadino, dopo un intervento di manutenzione verranno immessi sulle tre direttrici. Ma Trenord si affretta a precisare che “non ci sarà quindi alcun peggioramento del servizio per i viaggiatori, anzi si avrà un miglioramento del materiale rotabile per capacità con la progressiva dismissione dei mezzi più datati”.
Altro particolare non irrilevante: sono pure diesel, non elettrici, con le ovvie ripercussioni sull’ambiente in termini di inquinamento. Eppoi continueranno ad essere lenti come prima: 110 km/h i diesel contro i 140 km/h di quelli elettrici. Vetrina poco lusinghiera a pochi mesi da Expo, quando tutti dovremmo essere, o comunque sembrare, più belli e buoni. Non è certo quindi la rivoluzione tanto attesa dagli utenti del trasporto ferroviario locale. Pendolari cremonesi, un giorno sì e l’altro pure, costretti ad affrontare ritardi su ritardi, quando il disservizio non è causato dal guasto all’aria condizionata o al riscaldamento (a seconda della stagione). I viaggiatori cremonesi, esasperati, complice anche l’aumento della tariffe sulle tratte lombarde dal primo di settembre, pensano di mettere in pratica (lo hanno peraltro già fatto in passato) lo sciopero del biglietto, non esibendo il documento di viaggio al personale di controllo. Nei giorni scorsi il sindaco Gianluca Galimberti, unendosi all’appello lanciato dal suo collega bergamasco Giorgio Gori, aveva scritto una lettera alla Regione affinché sostituisse su tali tratte i vecchi treni diesel con mezzi elettrici.
Detto fatto, a modo loro però. Ancora treni diesel, solo meno vecchi. Dodici quelli giunti a Cremona dal deposito di Treviso, che molti considerano una sorta di cimitero degli elefanti. Per di più dopo che lo stesso assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Alberto Cavalli, aveva rassicurato sulla maggiore attenzione che Regione Lombardia avrebbe riservato ai territori e alle esigenze dei pendolari. “Ritardi e soppressioni – aveva scritto Galimberti nella missiva ai vertici regionali – si verificano su diverse linee cremonesi. E ciò necessiterebbe di un ripensamento in termini di priorità e di orari. Ciò che il Comune di Cremona già sta facendo”. La questione dei treni diesel ha scaldato la politica locale. E’ intervenuta Sinistra Ecologia Libertà, col coordinatore provinciale Gabriele Piazzoni: “Dopo tanti incontri a vuoto, la realtà si materializza sotto forma di beffa. Addio puntualità, comfort ed efficienza. Una decisione che non possiamo non definire un abuso contro i cittadini”.