Per l'economista di Harvard le tangenti sono la questione principale da affrontare nel nostro Paese. Ma il tema finisce nell'inciso di un piccolo riquadro
Secondo l’economista Kenneth Rogoff il problema principale dell’Italia è la corruzione. Lo spiega al Corriere della Sera, lo fa con chiarezza, con una risposta secca a chi lo intervista dal forum di Cernobbio. Ma per scoprirlo bisogna scorrere fino a metà della terza colonna. Nella titolazione e nell’impaginazione dell’intervista, infatti, non c’è traccia della parola corruzione: non c’è nel titolo, non c’è nell’occhiello, non c’è nel catenaccio. C’è solo in un inciso di una infografica dal titolo “I nodi del sistema” dove si riassume il pensiero dell’economista di Harvard. “Tra le fragilità dell’Italia – si legge in questo piccolo riquadro – l’economista Kenneth Rogoff ha indicato, oltre alla corruzione, il sistema di governance e l’incapacità di adattarsi a un mondo che cambia: le aziende familiari, ha detto, non riescono ad adeguarsi all’economia globale e per questo hanno bisogno di crescere”.
Eppure le parole di Rogoff erano state chiare. Alla prima domanda (“Perché salva l’Italia visto che il suo debito pubblico sfiora il 136% del Pil?”) l’economista risponde che “il problema del debito è legato alla vulnerabilità dell’indebitamento privato: e le famiglie italiane sono poco indebitate”. E su questo si è deciso di titolare l’articolo. Ma la seconda domanda, quasi chirurgica, (“Qual è il primo problema italiano”) porta Rogoff a rispondere in maniera ancora più chiara: “La corruzione”. Due parole, senza troppo sviluppare il discorso che poi prosegue sul “sistema di governance e l’incapacità di adattarsi a un mondo che cambia”. Ma niente, nel resto della titolazione della pagina del Corriere non c’è traccia. Come se ormai fosse quasi sottinteso.