A Beud Dieng, un villaggio nel cuore del Senegal, gli abitanti accusano un’azienda italiana, la Vescovini Group, di land grabbing e cioè di aver rubato le loro terre. L’azienda nel 2007 aveva cominciato a piantare la jatropha, una pianta da cui si ricava biocombustibile. Ma l’investimento di circa 400mila euro in sette anni non ha mai prodotto niente. E così il sogno della jatropha, che doveva diventare una sorta di “petrolio verde” capace di portare posti di lavoro in uno dei paesi più poveri al mondo, si è rivelato prima una farsa poi un incubo  di Lorenzo Bagnoli e Germana Lavagna

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Land grabbing, la “corsa alla terra” italiana in Senegal tra truffe e fallimenti

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