I due leader hanno espresso soddisfazione per il rispetto degli accordi. In mattinata scambio di accuse tra Kiev e i ribelli filorussi dopo l'entrata in vigore dello stop alle ostilità. Un membro del Parlamento dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk riferiva che soldati ucraini avevano lanciato diversi missili verso le postazioni ribelli. Il portavoce militare ucraino Andrei Lisenko: una decina di colpi contro posizioni dell’esercito
Dopo una mattinata di accuse reciproche tra le forze ucraine e i separatisti filorussi che si addossavano le une gli altri la responsabilità di aver violato il cessate il fuoco, la tregua sembra invece reggere. I presidenti ucraino Petro Poroshenko e russo Vladimir Putin hanno constatato durante un colloquio telefonico che il cessate il fuoco firmato ieri a Minsk è “globalmente rispettato“: lo afferma la presidenza ucraina. “I due capi di stato hanno constatato che il regime di cessate il fuoco è globalmente rispettato. Hanno discusso delle misure da prendere perché il cessate il fuoco abbia un carattere durevole”, si legge nel comunicato della presidenza. Le parti si dicono “soddisfatte” di come le parti stanno rispettando lo stop alle operazioni militari: lo conferma il Cremlino dopo la dichiarazione della presidenza ucraina. Al telefono Poroshenko e Putin hanno discusso dei passi necessari perché il cessate il fuoco entrato in vigore ieri sera nell’est dell’Ucraina diventi duraturo. Un colloquio da cui, rende noto il Cremlino, si è discusso anche degli aiuti umanitari per i civili dell’est e dell’importanza della missione dell’Osce per il monitoraggio della tregua.
In mattinata si era scatenata uno scambio di accuse tra le due parti in guerra. I ribelli filorussi hanno accusato l’esercito di Kiev di aver violato la tregua firmata venerdì a Minsk. Un membro del Parlamento dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk ha riferito che soldati di Kiev hanno lanciato diversi missili verso le postazioni ribelli dopo l’entrata in vigore della tregua alle 17 (ora italiana) di venerdì. L’esponente filorusso ha ribadito che le milizie ribelli continueranno a battersi per l’indipendenza della regione. Analoghe accuse arrivano dallo schieramento opposto. Il portavoce militare ucraino Andrei Lisenko ha sostenuto che dopo l’entrata in vigore della tregua é stata sparata una decina di colpi contro alcune posizioni dell’ esercito governativo.
Le provocazioni sono iniziate nella serata di ieri. Dapprima Alexander Zakharchenko, il leader dei separatisti di Donetsk, ha riferito all’agenzia di stampa russa Ria Novosti che il cessate il fuoco era stato violato con due turni di bombardamenti nella notte nella città di Amvrosiivka, a circa 50 chilometri a sud est di Donetsk. “In questo momento l’accordo di cessate il fuoco non è stato pienamente rispettato”, spiegava. Questa mattina i comune di Donetsk ha dichiarato che non ci sono state segnalazioni di ripresa o bombardamenti anche se alcuni colpi di artiglieria sono stati avvertiti ieri sera. E nella tarda serata di venerdì anche il comandante della Guardia nazionale ucraina Stepan Poltorak aveva dichiarato che alcuni colpi di artiglieria erano stati avvertiti 45 minuti dopo il cessate il fuoco, come riportato dall’agenzia Interfax.
L’accordo per il cessate il fuoco è stato raggiunto ieri a Minsk, mentre continuavano i bombardamenti a Donetsk e a Mariupol con altri sette civili uccisi. Lo stop alle ostilità è scattato puntualmente alle 18 ora locale (le 17 in Italia). L’intesa prevede una dozzina di punti, tra cui alcuni già stabiliti: il cessate il fuoco da oggi, un non meglio precisato e ancora controverso ritiro di truppe e mezzi pesanti, l’accesso ai convogli umanitari e lo scambio di prigionieri, che comincerà nei prossimi giorni (i ribelli sostengono di averne oltre mille contro i 200 di Kiev). E’ previsto un monitoraggio internazionale con osservatori Osce, ma non è stato ancora formalizzato. Di questo e di altri punti si occuperà una commissione di lavoro ad hoc.
Ieri i ribelli precisavano che la firma non significa rinunciare all’idea di secessione, lasciando intendere che il negoziato sarà duro. L’accordo ha costretto l’Occidente ad una prudente apertura di credito, avallata anche dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. “Al cessate il fuoco devono seguire i fatti”, ha ammonito Barack Obama dal vertice Nato di Newport, ricordando che se la Russia continuerà ad alimentare le tensioni ci saranno nuove sanzioni.
Angela Merkel ha sottolineato che l’Alleanza va avanti sulla “doppia strategia”: “durezza, ma lasciando la porta aperta al dialogo”. Pure Renzi ha ricordato che “oggi la partita è in mano a Mosca”, auspicando che “possa prevalere la saggezza” della Russia, “anche perché nello scacchiere geopolitico internazionale abbiamo bisogno di una Russia pienamente integrata”. Quelli delle ultime 24 ore, potrebbero essere gli ultimi morti di una guerra già costata più di 2.600 vittime e oltre un milione di sfollati.