Le immagini sono state riprese dalle telecamere a circuito chiuso della sala scommesse a poca distanza dal punto in cui si è conclusa la corsa dello scooter. Nel filmato si vede un carabiniere che entra nel locale e riunisce i presenti che, con le mani alzate, si dispongono attorno a un tavolo da biliardo. L'accaduto "dimostra lo stato psicologico in cui si trovava quel carabiniere in quel momento", spiega l'avvocato. Secondo cui le ricostruzioni fornite da 3 testimoni contraddirebbero la versione dell'Arma
Spunta un video dei concitati momenti successivi alla morte di Davide Bifolco, il 17enne ucciso da un carabiniere al termine di un inseguimento nel Rione Traiano. Si tratta delle riprese all’interno della sala scommesse a poca distanza dal punto in cui si è concluso l’inseguimento dello scooter, con a bordo il ragazzo ucciso e altre due persone, effettuate dalle telecamere a circuito chiuso. Nel video, recuperato dai legali della famiglia del giovane, si vedono gli avventori della sala scommesse che escono in strada, evidentemente attirati dallo sparo, e rientrano di corsa all’interno del locale, seguiti da un carabiniere, probabilmente non quello che ha esploso il colpo d’arma da fuoco. Il militare entra nella sala e riunisce i presenti che, con le mani alzate, si dispongono attorno a un tavolo da biliardo.
Immagini che, secondo l’avvocato Fabio Anselmo, già legale della famiglia Cucchi, nominato legale dai familiari di Davide Bifolco, “dimostra in maniera eloquente lo stato psicologico in cui si trovava quel carabiniere in quel momento”. La difesa ha nominato il perito di parte in vista dell’autopsia, in programma domani mattina al Secondo Policlinico di Napoli: si tratta del professor Vittorio Fineschi, dell’università La Sapienza di Roma. Il consulente balistico sarà invece Marzo Zonaro, ingegnere che ha già lavorato sul caso di Marta Russo. I difensori della famiglia Bifolco chiederanno che prima dell’autopsia venga eseguita una tac sul corpo, “come previsto da protocollo internazionale” per fotografare la situazione.
Tre testimoni che descrivono una scena che non somiglia a quella ricostruita dai carabinieri. A raccogliere le dichiarazioni dalle quali emergerebbe “un quadro diverso”, è l’avvocato Anselmo. Il legale ha svolto una propria attività di indagine nel tentativo di ricostruire la dinamica dei fatti e individuare le responsabilità, interrogando sia due amici di Bifolco, sia un terzo presunto testimone oculare “che non ha alcun rapporto di parentela con la famiglia della vittima” e che non si sarebbe comunque ancora presentato agli inquirenti per farsi interrogare. Va sottolineato che invece uno dei ragazzi, Salvatore Triunfo, già fu sentito dal pubblico ministero la sera stessa della uccisione di Davide. Mentre Enzo Ambrosino, l’altro teste, spontaneamente ieri ha rivelato davanti alle telecamere dei tg e confermando oggi le sue dichiarazioni all’avvocato, di essere lui il “terzo uomo” in sella allo scooter inseguito dai carabinieri, lui e non quell’Arturo Equabile, ricercato per evasione dagli arresti domiciliari, la cui condizione di latitanza sarebbe stato il vero motivo, secondo gli investigatori, che indusse i tre a scappare alla vista delle Gazzelle dei militari che li avevano intercettati al Rione Traiano.
L’avvocato Anselmo ha sottolineato che prima ancora che alla procura di Napoli ha consegnato i verbali e le registrazioni con le dichiarazioni dei testimoni alla Commissione diritti umani presieduta da Luigi Manconi. Tra i documenti anche le riprese video delle telecamere collocate all’esterno e all’interno della sala giochi. I carabinieri sottolineano altresì che la circostanza del tentativo di arresto del latitante già dalle primissime fasi delle indagini è in un atto istruttorio del pubblico ministero, in quanto riferita al magistrato sia dal carabiniere che intervenne nel locale sia dal suo collega.