Il commissario alla Spending Review da Cernobbio ha sottolineato che il processo di revisione della spesa "non è una corsa sprint e nemmeno una maratona, piuttosto è una corsa a staffetta"
“Tagli per 20 miliardi? Io credo sia possibile farli visto che si parte da una base di spesa primaria di 700 miliardi”. Il commissario alla spending review Carlo Cottarelli, voluto da Enrico Letta e nei giorni scorsi protagonista di una polemica a distanza con Matteo Renzi, parla al Forum Ambrosetti di Cernobbio e illustra il suo piano. ”Anzi bisogna andare ben oltre, guardare oltre il 2015. In questo contesto i 1.000 giorni sono un tempo giusto”. Il tempo è quello del presidente del Consiglio che ha annunciato un programma di intervento per i prossimi mesi per “risollevare l’Italia”. Il tecnico però avverte: “Bisogna cercare di non creare colli di bottiglia” con l’approvazione di troppi provvedimenti, tanto che poi ci si trova nella difficoltà di attuarli. Insomma 1000 giorni sono già meglio del promettere tutto e subito, ma continua Cottarelli, sempre ricordando che ci vuole tempo per essere veramente efficaci: “La spending review non è una corsa sprint e nemmeno una maratona, piuttosto è una corsa a staffetta“. E ha poi precisato che servono interventi che non guardino all’immediato ma nemmeno a tempi infiniti.
Cottarelli ha poi parlato della revisione della spesa pubblica: “Il processo di revisione sta riguardando più Paesi perché la globalizzazione impone che la tassazione non possa essere più alta. Non c’è alternativa, anche se non sarà un processo facile”. L’attenzione è ora sull’ultima fase della spending review che “una volta che ci sono stati gli stimoli, deve prevedere controlli e sanzioni“. Il commissario ha parlato del meccanismo di acquisti che impone a Regioni e Comuni di fare acquisti in base alle aste realizzate dalla Consip che non prevedeva controlli sulla reale applicazione delle norme da parte degli enti territoriali. ”Abbiamo mandato 200 lettere per chiedere un rendiconto. Ma i Comuni non devono prenderle come se dubitiamo di quello che hanno realizzato”.