Non serve ne’ cedere ne’ condividere sovranità. L’ex presidente del Consiglio dei tecnici, Mario Monti, cerca di smussare gli spigoli piu insidiosi della proposta che il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, intende lanciare al prossimo Ecofin: portare tutta l’Europa alle riforme strutturali con un ‘growth compact‘, una percorso obbligato per gli Stati membri che, in linea con l’esortazione di Mario Draghi di inizio agosto, dovrebbero dunque sedersi al tavolo e passare il timone a Bruxelles. Anche per contrastare le resistenze delle lobby. “La strada piu corretta e’ quella degli accordi bilaterali come li si erano chiamati in una prima bozza contrattuale – aggiusta il tiro Monti – che prevedano degli impegni a fare certe riforme a fronte del riconoscimento, da parte della Commissione, di contributi finanziari o spazi particolari di movimento nel patto di stabilità”. Non una differenza sostanzianziale, insomma, rispetto alla cessione di un po’ di sovranità. “Ma parlare di cessione di sovranità dopo il peso ottenuto dai partiti populisti alle ultime europee, creerebbe un ostacolo non necessario” di Gaia Scacciavillani e Franz Baraggino
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