“Marcello Dell’Utri in carcere appare rilassato e tranquillo, con la solita espressione che aveva anche quando era fuori”. È questo il racconto del capogruppo del Movimento 5 stelle in Emilia Romagna Andrea Defranceschi, che ha fatto visita al penitenziario di massima sicurezza di Parma insieme ai deputati Vittorio Ferraresi e Giulia Sarti, e che durante il giro d’ispezione si sono imbattuti anche nell’ex senatore di Forza Italia alle prese con una cyclette. Dell’Utri, rinchiuso nell’istituto di via Burla dallo scorso giugno per scontare sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato visto mentre faceva fisioterapia circondato da personale medico. Capelli rasati, con pantaloni lunghi e una maglietta nera addosso, l’ex senatore non ha avuto uno scambio con la delegazione Cinque stelle, anche se ha notato il gruppo in visita. “Abbiamo accuratamente evitato di parlare con lui, anche se abbiamo visto che si è informato su chi fossimo – ha spiegato Defranceschi – Lo abbiamo incontrato durante la visita delle sezioni del carcere e lo abbiamo riconosciuto. Sembrava sereno e tranquillo, per niente provato dalla detenzione, e con la stessa espressione che aveva anche fuori dal carcere”.
Prima del faccia a faccia con Dell’Utri, i parlamentari e il consigliere regionale del M5S avevano visto la sua cella, riconoscibile perché “piena di libri appoggiati sul comodino, ma come tutte le altre”. Riferendosi all’ex manager di Publitalia, Defranceschi ha sottolineato come faccia “specie pensare che il governo stia portando avanti l’intenzione di riformare il nostro Paese con un partito fondato da tre condannati, uno dei quali abbiamo avuto il ‘piacere’ di vedere oggi. In Italia non è frequente vedere un politico finire agli arresti per i suoi reati. Di solito, restano in Parlamento e tentano di riformare la nostra Costituzione”.
Accompagnati dal presidente del consiglio di Parma Marco Vagnozzi, che ha fatto da tramite con la struttura penitenziaria, la delegazione ha fatto tappa nel carcere di Parma la mattina dell’8 settembre per appurare da vicino le condizioni dei detenuti e lo stato del reparto 41 bis, dove una volta era rinchiuso Bernardo Provenzano, e che ora ospita Totò Riina. I Cinque stelle hanno visto anche il padrino mentre dormiva sdraiato nel letto della sua cella, sorvegliato a vista dalle telecamere e da un agente di polizia penitenziaria, come richiede il protocollo in questi casi.
Quindi hanno parlato con alcuni agenti, con la vicedirettrice dell’istituto e con i detenuti, molti dei quali in regime di 41 bis. “Fa effetto vedere tutti ‘i signori del male’ riuniti insieme in un solo posto – ha commentato Defranceschi, che riguardo alla struttura invece è rimasto positivamente impressionato – Nonostante la carenza di personale, quello di Parma è un carcere tenuto bene, che a differenza di altri in Emilia Romagna è più rispettoso delle condizioni umane, a dimostrazione del fatto che è possibile far applicare la legge rispettando contemporaneamente i diritti umani”.