Il calo, inizialmente stimato all'1,7%, è effetto del rialzo dell'Iva dal 5 all'8 per cento in vigore dal primo aprile, che ha fatto calare i consumi del 5,1%. Dati peggiori di quelli registrati dopo il sisma/tsunami del 2011
Il crollo dell’economia giapponese è stato peggiore rispetto a quanto facessero pensare i dati preliminari. Nel secondo trimestre del 2014 l’economia nipponica si è contratta oltre le attese, registrando un calo pari all’1,8% rispetto al periodo gennaio-giugno e al 7,1% su base annua, contro le previsioni rispettivamente del 1,7% e 6,9%. Questa flessione è l’effetto del rialzo dell’Iva, in vigore da aprile, dal 5% all’8% che ha fatto ridurre i consumi, che contano per il 60% del Pil, del 5,1% contro le previsioni del 5%. Questi dati sull’economia del Paese sono peggiori di quelli registrati dopo il sisma/tsunami del 2011 (-6,9%), ma leggermente più positivi del -15% di inizio 2009 dopo le turbolenze finanziarie per il crack di Lehman Brothers. Il tonfo del prodotto interno lordo nazionale ha sollevato dubbi sui possibili effetti di un ulteriore rialzo fino al 10% dell’imposta sul valore aggiunto, che il premier Shinzo Abe dovrà decidere entro fine anno. Oltre a mettere in difficoltà il governo nell’implementazione delle politiche fiscali, il calo del Pil potrebbe aggiungere nuova pressione sulla Bank of Japan (BoJ) per misure suppletive di allentamento monetario.
Data la difficoltà in cui versa l’economia nipponica, il target di inflazione al 2% sarà più difficile da centrare per la BoJ, anche perché altri segnali negativi giungono dagli investimenti societari (-5,1% da -2,5%) e dalle case (-10,4% da -10,3%). Un report del Japan Center for Economic Research, forte delle previsioni di 42 economisti, ha stimato un Pil in ripresa a +4,08% su base annua nel periodo luglio-settembre. Altri, più prudenti analisti hanno parlato di un rialzo intorno al 2%, aprendo all’ipotesi di misure fiscali da parte del governo difficili da quantificare visto il rapporto tra debito e Pil nipponico, ampiamente oltre il 200%. Abe, quanto al rialzo dell’Iva che è al servizio della raccolta di risorse per il riordino delle spese su welfare e social security, ha promesso un giudizio finale entro fine anno in base alla valutazione di numerosi indicatori economici, primo tra tutti il Pil sul trimestre in corso.