“Non mi sono dissociato da me stesso, anche se per quelle parole sono stato massacrato dalla stampa di regime. E ora sono anche molto preoccupato per l’incolumità della nostra Costituzione“. Piero Pelù, ospite della Festa del Fatto alla Versiliana, torna sulle dichiarazioni fatte dal palco del Concertone del Primo maggio, quando criticò il premier Matteo Renzi, definendolo il “boy scout di Licio Gelli“. E oggi, a 4 mesi di distanza, non ritratta. Anzi, rilancia. E poi ci tiene a precisare: “Non ho usato parole durissime, ma una provocazione che probabilmente ha toccato qualche corda nascosta. Del resto, noi artisti parliamo dal nostro punto di vista un po’ surreale, dadaista e Renzi che è come il Re Ubu” di Giulia Zaccariello
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