Dopo i rumors, dopo il faccia a faccia arriva la notizia che era nell’aria da giorni. Luca Cordero di Montezemolo lascerà su sua richiesta la presidenza della Ferrari. Sergio Marchionne sarà il nuovo presidente. È un comunicato di Fiat Chrysler che chiude la lunga leadership di Montezemolo alla guida del Cavallino. Martedì c’era stato un confronto tra l’ormai ex numero uno e l’attuale. Nell’incontro a Maranello, dove l’amministratore delegato della Fiat ha partecipato alla kermesse di due giorni della Philip Morris, sponsor del Cavallino, potrebbero essere stati concordati i tempi del divorzio. La cui ufficialità è arrivata oggi. È rebus al momento sulla buonuscita sicuramente milionaria. Le ricostruzioni più fantasiose parlano di cifre iperboliche comprese tra 300 e 500 milioni, cioè la somma massima che Fiat era disposta a pagare agli azionisti dissenzienti pur di portare a casa la fusione con Chrysler. La realtà parla invece di una quindicina di milioni da versare in un arco di 20 anni al presidente uscente che viaggia spedito verso la cloche di Alitalia. E che non può aspirare a ricevere da Torino più di 50 milioni in totale considerati gli altissimi emolumenti (oltre 5 milioni l’anno tra parte fissa e variabile dello stipendio) già incassati in questo ventennio. La verità, in ogni caso, verrà e galla entro la prossima primavera con l’approvazione dell’ultimo bilancio italiano della Fiat.
Marchionne: “Ha portato la Ferrari a un livello tecnologico e organizzativo di eccellenza”. Montezemolo, che è presidente della Ferrari dal 1991, lascerà la carica il 13 ottobre a conclusione del festeggiamento dei 60 anni in America. “Ha portato l’azienda a conseguire risultati molto importanti sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista sportivo. Una lunga storia di grandi successi alla Ferrari dove Montezemolo ha raggiunto traguardi di assoluto rilievo, con un team di eccellenza mondiale” si legge nella nota del Lingotto. – “Desidero ringraziare Luca a nome della mia famiglia e a titolo personale per quanto ha fatto per la Fiat e la Ferrari – fa sapere John Elkann -. A Luca vanno i miei auguri per il suo futuro professionale e imprenditoriale, con la speranza, certamente condivisa, di vedere presto la Ferrari tornare a vincere“. Stesso tenore della dichiarazione di Marchionne: “Ha portato la Ferrari a un livello tecnologico e organizzativo di eccellenza e ha ottenuto importanti risultati economici. Voglio ringraziare personalmente Luca per quanto ha fatto per la Fiat, per la Ferrari e per me. Del futuro della Ferrari io e Luca abbiamo discusso a lungo. Il nostro comune desiderio di vedere la Ferrari esprimere tutto il suo vero potenziale in pista ci ha portato ad alcune incomprensioni che si sono manifestate pubblicamente nello scorso weekend”.
Montezemolo: “23 anni meravigliosi e indimenticabili”. La Ferrari avrà un ruolo importante all’interno del gruppo FCA nella prossima quotazione a Wall Street e si aprirà quindi una fase nuova e diversa che credo giusto debba essere guidata dall’amministratore delegato del gruppo. Finisce un’epoca e ho quindi deciso di lasciare la Presidenza dopo quasi 23 anni meravigliosi e indimenticabili, dopo quelli passati a fianco di Enzo Ferrari negli anni Settanta” scrive Luca Cordero di Montezemolo in una nota. “Il mio ringraziamento va innanzi tutto a donne e uomini eccezionali in fabbrica, negli uffici, nei campi di gara, sui mercati di tutto il mondo che sono stati i veri artefici in questi anni della grande crescita dell’azienda, delle tante memorabili vittorie e del successo del marchio diventato grazie a loro uno dei più forti al mondo. Un saluto e un ringraziamento a tutti i nostri partner tecnici e commerciali, ai dealer di ogni Paese e in modo particolare ai clienti e ai collezionisti con cui condivido la stessa passione” prosegue Montezemolo. “Ma il mio pensiero va oggi anche ai nostri tifosi che non hanno mai fatto mancare alla Scuderia il loro entusiasmo soprattutto nei momenti più difficili – prosegue Montezemolo – la Ferrari è la più bella azienda del mondo e per me è stato un grande privilegio e onore esserne stato il leader. Le ho dedicato tutto il mio impegno ed entusiasmo e insieme alla mia famiglia ha rappresentato e rappresenta la cosa più importante della mia vita. Auguro agli azionisti, e in particolare a Piero Ferrari che mi è stato sempre vicino, e a tutte le persone dell’Azienda ancora tanti anni di successo che la Ferrari merita”.
Il 13 ottobre lo sbarco Fiat Chrysler Automobiles a Wall Street. In agenda c’è, giovedì pomeriggio, il consiglio di amministrazione della Ferrari convocato già da tempo per esaminare i conti del semestre: si pensava che Montezemolo potesse presentare al board le dimissioni in quella occasione. Invece tutto è già avvenuto. Tra le questioni c’era da definire l’entità della buonuscita; le indiscrezioni sono le più disparate, ma di certo c’è solo che a Montezemolo spettano poco più di 14 milioni di euro come indennità di cessazione della carica da ricevere in 20 anni. Il resto sarà il frutto della trattativa febbrile degli ultimi giorni, ma è chiaro che Fiat non sarà disposta a versare cifre troppo elevate per un solo manager, dopo che è stata ferrea con lo stanziamento per portare a casa la fusione con Chrysler. In ogni caso i tempi per formalizzare il divorzio erano stretti: bisognava fare chiarezza prima dello sbarco di Fiat Chrysler Automobiles a Wall Street, prevista per il 13 ottobre. E Montezemolo, che ha avuto un ruolo centrale al tavolo con Etihad, si potrà consolare con la presidenza della nuova Alitalia. Ruolo che martedì ha ricevuto l’investitura dell’amministratore delegato dell’azionista Atlantia (Benetton) Castellucci: “Le competenze e la conoscenza dell’operazione sono tali che ne farebbero un ottimo presidente”, ha detto. Come del resto sostiene Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, banca che è socia e creditore della compagnia aerea: “Vista l’esperienza di Montezemolo potrebbe essere un buon nome”.
Lo scontro tra Montezemolo e Marchionne per divergenza su strategia. Lo scontro tra Marchionne e Montezemolo, che si è acutizzato, negli ultimi giorni, anche se i rumors su un possibile divorzio non sono una novità, visto che se ne parla fin dall’approdo del manager italo-canadese al Lingotto. Difficilmente cambieranno alcuni elementi portanti, peraltro indicati anche nel piano presentato a maggio a Detroit: una produzione limitata a non più di 7.000 auto all’anno e, almeno per ora, nessuna scissione con relativa quotazione del brand del Cavallino. Le posizioni sono però distanti sul ruolo della Ferrari all’interno del gruppo. Montezemolo ha sempre interpretato la società come un’entità autonoma con proprie logiche, diversa da tutte le altre. Marchionne invece la considera una delle società del gruppo e, con la Maserati, un tassello del brand del lusso che ha un ruolo centrale nella strategia di Fca. Dare a Wester le redini di Alfa, Maserati e Ferrari rientrerebbe perfettamente in questo progetto. Non è quindi solo una questione di nomine ma una partita decisiva in vista del debutto alla Borsa di New York. La staffetta piace a Piazza Affari dove il titolo Fiat ha aperto in Borsa in rialzo.