La vendemmia non andava così male dal 1950. Il maltempo ha tagliato il 15 per cento della produzione rispetto al 2013 e, secondo le stime della Coldiretti, potrebbe scendere a 41 milioni di ettolitri, il risultato peggiore degli ultimi 64 anni. Molto dipenderà dalle condizioni climatiche delle prossime settimane (restano ancora da raccogliere le uve nell’80 per cento dei vigneti) ma è ormai certo che quest’anno l’Italia perderà il primato mondiale nella produzione di vino a vantaggio della Francia, dove le stime per il 2014 danno una produzione di 47 milioni di ettolitri, secondo il ministero dell’Agricoltura d’oltralpe.
Un danno per l’intero settore italiano – che coinvolge 650mila ettari di vigne e oltre 200mila aziende vitivinicole per 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino – che sarà particolarmente forte nelle regioni del Sud, nota l’associazione dei coltivatori, specialmente in Puglia e Sicilia dove si stimano cali fino al 30 per cento.
Le uniche regioni a far registrare un aumento produttivo, stimato attorno al 10 per cento, sono quelle del Centro. La pioggia è stato il grande nemico della produzione made in Italy di questa stagione che sarà destinata per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.
Unica nota positiva: le esportazioni di vino e spumanti italiani sono aumentate del 3 per cento nel primo quadrimestre del 2014 e se il trend sarà confermato a fine anno sarà abbondantemente superato il record di 5 miliardi di euro.