Inaspettato, arriva il giorno in cui ti scopri a digitare “streaming campionato indiano” sul tuo pc. E’ successo, succederà a migliaia di tifosi juventini che il 13 ottobre dovranno setacciare la rete per trovare un canale disposto a trasmettere Delhi Dynamos–Pune City. Ad appassionarli al big match della prima giornata della Indian Super League è la sfida tra gli ex bianconeri Del Piero e Trezeguet. L’antico capitano, ormai un globetrotter del pallone, è finito a Delhi nonostante l’indignazione di Giorgia Meloni, che aveva chiesto un atto di solidarietà nei confronti dei due marò. Il francese trascorrerà il suo autunno nello stato di Maharashtra in compagnia di una nutrita colonia italiana. Con lui giocheranno Cirillo, Magliocchetti e Belardi, oltre a Davide Colomba.
Il padre Franco, ex di Parma e Bologna, è il nuovo allenatore del Pune City, posseduto al 15% dai Della Valle. La famiglia marchigiana ha imposto la divisa viola in onore della Fiorentina all’ex rivale Trezeguet e al socio in affari Salman Khan. Quest’ultimo è uno degli attori più amati di Bollywood. Il cinema indiano ha deciso di investire forte nel calcio: oltre a Khan ci sono John Abraham, proprietario del North East United e Abhishek Bachchan, che ha allestito un undici a Chennai.
I fratelli Della Valle non sono i soli ad avere fiutato il business che proviene dall’apertura di una nuova frontiera a oriente. La Isl sarà composta da otto squadre e durerà tre mesi, con l’obiettivo di avvicinare al pallone migliaia di tifosi in un subcontinente a digiuno di contropiede e fuorigioco. La platea di un 1,2 miliardi di potenziali tifosi fa gola anche a Rupert Murdoch, che ha finanziato il torneo assieme alla multinazionale Img Worldwide e alla Reliance, gigante del petrolio di proprietà di Mukesh Ambani, uno degli uomini più ricchi al mondo. Murdoch trasmetterà le partite sul suo network Star Tv, che negli anni ha polverizzato ogni record di ascolti in India con il cricket. I suoi 123 milioni di spettatori non sono in alcun modo avvicinabili, tanto che i campioni della disciplina si sono sentiti in dovere di allevare quello che a queste latitudini, seppur in rapida crescita, rimane uno sport minore.
Sachin Tendulkar, leggenda del cricket indiano che si è ritirato da pochi mesi, ha fondato i Kerala Blasters, il suo ex compagno e capitano di nazionale Sourav Ganguly è nel board dell’Atletico de Kolkata. La squadra, che giocherà a Calcutta e vestirà la stessa divisa dei colchoneros, è finanziata in larga parte dal numero uno dell’Atletico Madrid Enrique Cerezo. Per sfondare nel nuovo mercato divi del cinema, miti di mazza e palla e neo colonialisti del football hanno puntato sull’usato sicuro. Oltre a Del Piero e Trezeguet in India sono arrivate decine di ex campioni a fine corsa. Ogni squadra può tesserare fino a sette giocatori stranieri, uno di loro può sforare il tetto salariale fissato a 2,5 milioni di dollari. A Mumbai la scelta del top player è ricaduta su Nicolas Anelka, altro ex juventino caduto in disgrazia dopo la Quenelle inscenata con la maglia del West Bromwich Albion. Lo allenerà l’olandese Ruud Gullit, che aggiunge così un’altra voce al suo insolito curriculum dopo le panchine in California e Cecenia. Zico, invece, è il nuovo direttore tecnico del Goa: anche in questo caso l’India è solo l’ultima tappa di un tour che lo ha portato sui campi di Giappone, Uzbekistan e Iraq.
In un calcio che solo ora comincia davvero a globalizzarsi un giorno saranno considerati figure fondamentali. Sul rettangolo verde indiano ci saranno anche gli spagnoli Capdevilla, Luis Garcia e Borja e lo svedese Ljungberg. L’ex centrocampista dell’Arsenal si era ritirato dall’attività un paio di anni fa, come l’amico Robert Pires, ma si è fatto convincere dall’ultimo contratto a sette zeri. A 40 anni suonati sono pronti per rimettere gli scarpini a piedi e riscoprirsi pionieri.