Quest’anno però il “MEI d’Autore” non ci sarà. In compenso è uscita da pochissimi giorni, in esclusiva su Deezer, una raccolta di oltre trenta brani di esponenti della nuova canzone d’autore, curata dallo stesso Deregibus.
La raccolta, con mirabolante creatività metaforica, si chiama “MEI d’Autore”. Parola al curatore: «Il Mei, che festeggia i suoi 20 anni con la prossima edizione di fine settembre, ha realizzato qualche mese fa una raccolta con vari artisti, ma era rimasto fuori molto e così si è pensato di farne altre in base al genere musicale. Ne è uscita una sull’hip hop curata da Piotta e ora questa di cui mi sono occupato io. È ovviamente legata, sin dal nome, alla sezione del MEI che curo e che è appunto il MEI d’Autore, che pure ogni tanto salta. I motivi sono diversi: i soliti problemi economici, il fatto che il MEI è sempre strapieno di cose e tutto non ci sta, l’esigenza mia di avere un luogo in qualche modo protetto dove organizzarla e altro ancora. Però l’idea di Giordano Sangiorgi, il patron del MEI, è stata proprio quella di sostituire la rassegna con questa raccolta su Deezer. Quest’anno siamo virtuali».
Molti nomi inseriti sono vincitori o comunque finalisti di alcune rassegne d’autore in giro per l’Italia (“Musicultura”, “Botteghe d’autore”, “Premio Bindi”, “Premio Bianca d’Aponte”, “Pigro”, “L’Isola in collina”, “Premio Buscaglione”, “Premio De André” e molti altri). C’è quindi da pensare che queste siano quindi già un buon “filtro” per la critica musicale italiana per ciò che riguarda la canzone d’autore, o comunque un buon indicatore per capire quali sono gli artisti nuovi più interessanti. Anche se, a sentire lo stesso Deregibus, qualcosa ancora manca: «Devo dire che nei festival in giro per l’Italia non sempre è rappresentata anche la nuova scena cantautorale, quella più legata al rock e alla sperimentazione, diciamo così, e meno alla canzone d’autore classica. Non vuole essere un’accusa, anche perchè di alcuni di queste manifestazioni mi occupo anche io. Però credo che ci sia qualche difficoltà di sintonizzazione, che dipende anche dagli artisti di quella scena che spesso evitano di iscriversi a questi concorsi».
Nella raccolta infatti le forme espressive sono varie: «Ho scelto gli artisti cercando di offrire uno spettro molto ampio stile stilisticamente di quello che c’è di nuovo oggi in giro. Mi auguro che gli ascoltatori siano colpiti da almeno una parte di queste proposte, alcune delle quali probabilmente molti non considerano neanche canzone d’autore».
Deregibus da anni si occupa di cantautori emergenti, coinvolgendo anche le rassegne di musica di qualità che ci sono in Italia. In qualche modo questa raccolta si ricollega a un progetto del 2010, “La leva cantautorale degli anni zero”; alcuni anni prima, inoltre, si fece curatore di un progetto chiamato A.R.C.A., una specie di rete di locali che facevano canzone d’autore: «Quella della “Leva” era una costruzione molto più grande, fatta di un doppio cd, una ventina di serate live in tutta Italia, una promozione piuttosto incisiva, un sito internet, vari partner. Diciamo che l’intenzione è la stessa, ma con mezzi molto più limitati. Nella “Leva” c’erano sei o sette artisti che ora entrano ai primi posti in classifica e riempiono i posti dove suonano. Spero succede anche qua.
L’A.R.C.A. invece è naufragata perché, banalmente, per far camminare una cosa così occorre una qualche risorsa economica, che non c’era. Ho provato ugualmente a metterla in piedi, ma le gambe non reggevano. Oggi però mi fa piacere vedere che nascono o continuano a resistere locali di quel tipo, in ogni parte d’Italia e soprattutto in provincia. Prendiamolo come buon auspicio».