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Italia.it di nuovo in stallo. E spunta un progetto dei consulenti di Franceschini

Unicity, che da giugno del 2012 ha in gestione il portale, si è vista rescindere il contratto firmato con Promuovitalia, società del ministero dei Beni culturali ora commissariata. Dietro la decisione "motivi di pubblico interesse", cioè la necessità di trasferire la responsabilità del sito alla disastrata Enit. Intanto del futuro di Italia.it si stanno occupando Stefano Ceci e Sergio Cagol, vicini al ministro

Si arricchisce di una nuova puntata la saga di Italia.it. Cioè lo sfortunato portale di promozione turistica costato alle casse pubbliche almeno 20 milioni di euro. È arrivato infatti nelle scorse ore sul tavolo di Unicity, società che da giugno del 2012 ha in gestione il portale a seguito di regolare gara indetta nel 2010, il recesso unilaterale dal contratto stipulato a giugno di due anni fa dalla stessa Unicity e Promuovitalia, al tempo società veicolo del ministero dei Beni culturali sui temi della promozione del brand Italia nel mondo. Il recesso, che è avvenuto per mano del commissario liquidatore di Promuovitalia Antonio Venturini e che naturalmente ha il pieno avvallo del ministro Dario Franceschini, è un fulmine a ciel sereno. Non solo perché nell’ambiente è unanime il giudizio sul buon lavoro di ricalibratura dei contenuti e di rilancio reputazionale operato negli ultimi 24 mesi dallo staff del portale, i cui 10 redattori sono peraltro senza stipendio da febbraio. Ma anche perché per chi opera nel settore e spera di vedere arrivare in Italia milioni di visitatori in occasione dell’Expo 2015, la capacità del portale di veicolare le nostre eccellenze sui mercati del turismo mondale è decisiva.

La naturale scadenza del contratto tra Promuovitalia e Unicity avrebbe dovuto essere tra poco meno di dieci mesi. E c’è da chiedersi che cosa possa essere accaduto di tanto grave per convincere Franceschini a rescindere anzitempo l’accordo. Ilfattoquotidiano.it ha potuto verificare come la clausola utilizzata dal liquidatore Venturini, collega di partito del ministro e componente della direzione provinciale del Pd di Ravenna,­ sia quella prevista all’articolo 11.6 del contratto. Dove si parla della possibilità di recedere unilateralmente “per sopravvenuti motivi di pubblico interesse”. Il pubblico interesse risiederebbe nel decreto a firma di Franceschini che attribuisce la gestione del portale Italia.it a Enit. Che però, essendo a sua volta nel limbo di un commissariamento dall’esito ancora incerto, non appare certamente in grado, almeno per i prossimi mesi, di prendere in carico il portale. 

Del cui futuro, secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, si stanno occupando in particolare due consulenti molto ascoltati di Franceschini, legati tra di loro da solida amicizia e da comuni progetti. Si tratta di Stefano Ceci, recentemente finito nell’occhio del ciclone per un appalto di Expo vinto dalla Netbooking srl, società da lui controllata. E di Sergio Cagol, program manager di Italia.it e di Trentorise, con cui Ceci opera da anni nel campo dell’innovazione tecnologica applicata al turismo. Come il software di prenotazione turistica Netbooking, grazie al quale Ceci e Trentorise si sono aggiudicati la gara di Expo. Software che, sempre che i test per l’Expo vadano a buon fine, potrebbe tornare utile qualora vada a buon fine il progetto di integrare nel portale Italia.it strumenti di promo-commercializzazione al fine di bypassare gli intermediari stranieri che nelle vendite on line di pacchetti turistici guadagnano fino al 35% del valore delle prenotazioni intermediate. Uno scenario, questo, che però aprirebbe la strada a un conflitto di interessi in capo a Ceci, consulente del ministero e titolare del software potenzialmente utilizzabile da Italia.it, di fatto indirettamente controllata dal ministero stesso.

Twitter @albcrepaldi