Cultura

Libri: e la chiamano estate, nelle letture per ragazzi

Quest’estate che si avvia verso la fine – astronomicamente parlando – dicono non ci sia stata: colpa della pioggia, del freddo, del cielo non proprio soleggiato che ci si aspettava. O comunque che regali uno scampolo tardivo e forse per molti, ma non per tutti, ormai perduta. Nei libri per ragazzi l’estate è un tema caldo, un’ambientazione spesso utilizzata per raccontare di avventure, di scoperte, di crescita o anche semplicemente di quel senso di libertà che un tempo meno costretto del solito può regalare se si è capaci di approfittarne.

Per far durare ancora un po’ questa estate almeno tra le pagine, scegliamo tre libri – crescendo nell’età dei lettori a cui proporli – in cui la stagione segna in qualche modo le vicende raccontate.

Estate come possibilità di avere un tempo differente e di incontrare tante persone: esattamente come fa Elena, la capra protagonista dell’albo Gli invitati scritto da Bernard Friot e illustrato da Magali Le Huche che la casa editrice Clichy (32 pagine; 15) euro ha pubblicato da qualche settimana. Avendo a disposizione una grande casa, ogni estate invita parecchi amici a condividere tempo, chiacchiere e buona cucina. Occasione per pensare ai gusti e alle caratteristiche di ciascuno e per preparare ad ogni ospite una stanza adeguata. Ecco allora camere quasi monocromatiche, altre a tema; alcune piene di fiori, altre in cui ci si può tuffare in una vasca di pesci. Anche se poi gli invitati arrivano e scelgono diversamente da quanto previsto: l’essenziale però è che ognuno si senta a proprio agio e che si stia bene insieme, in compagnia.

Tiene compagnia ed entusiasma i lettori dagli undici anni in poi L’indimenticabile estate di Abilene Tucker, pluripremiato romanzo di Claire Vanderpool (Edt 2012, 384 pagine; euro 15) che racconta di Abilene, ragazzina abituata a crescere vagabonda lungo i binari del treno, che nell’estate del 1936 – quella della Grande Siccità – arriva nella cittadina dove il padre è cresciuto. Una cittadina che ha perso i fasti e gli splendori dei tempi precedenti, dove poco somiglia a quel che Abilene immaginava ascoltando i racconti paterni. E dove però – complici due nuove e amiche e una casa sull’albero – ci si mette ad indagare sul passato, su un mistero di diciotto anni prima, e dove si scopre che non tutto (e nemmeno tutti) è come sembra.

Infine, un’estate in cui si cresce e si fatica a tenere insieme quel che si era e quel che si sta diventando. L’adolescenza raccontata nel fumetto E la chiamano estate di Jillian e Mariko Tamaki (Bao Publishing 2014, 317 pagine; euro 18) partendo da una situazione comune a molti: la possibilità di ritornare ogni estate nello stesso luogo a trascorrere una parte delle vacanze estive, ritrovando i luoghi, i profumi, le situazioni e la solita e unica amica del cuore. Quel luogo e quel tempo estivo diventano allora una sorta di rifugio in cui dare giusta misura all’anno passato, ma anche un metro per calcolare quel che cambia, quel che sembra non funzionare più come prima. Rose frequenta Awago Beach da quando è bambina, eppure quest’estate è diversa: la tensione tra i suoi genitori, i silenzi della madre e persino il legame con Wendy. Le due ragazzine non si divertono più a fare le solite cose, provano a sentirsi grandi guardando film dell’orrore e cercando di capire i legami nel gruppo dei ragazzi più grandi. È l’estate in cui cambia il corpo, in cui cambia il sentire, ma il paesaggio è lì, a tenere insieme in qualche modo quel che si fatica a capire, ad accettare a far emergere. Caratterizzata da una finezza grafica non usuale, questa graphic novel è la pagina d’estate da sfogliare e da portarsi dietro per la stagione nuova, verso nuove letture.