Sembra incredibile la pervicacia con cui “da Bruxelles” ci dicono ancora, con motivazioni tecniche di comodo, che è necessario per l’Italia rispettare i vincoli di bilancio e le altre cavolate contabili che sono riusciti 3 anni fa a far firmare ai governi europei allo scopo, dicono, di evitare lo scivolamento dell’Unione Europea in una posizione di non sostenibilità economica e di grave rischio inflazione. Ad evitare questi rischi sono perciò stati imposti ai governi aderenti le ormai tristemente note regole dell’austerity.
“Con quella bocca puoi dire ciò che vuoi” diceva una famosa propaganda televisiva ai tempi di Carosello e allo stesso modo questi “draghi” dell’economia e della finanza possono dire ciò che vogliono… tanto la gente comune non ne capisce niente di queste cose! Infatti, solo 3 anni fa l’economia in Europa correva come un treno al confronto di quella americana che arrancava come un cavallo bolso a causa degli eccessi nelle operazioni “subprime” dei mutui, negli swaps, nei futures, eccetera causati dalla quasi totale assenza di controlli.
Poi sono arrivati, a partire dal 2011, gli attacchi ai debiti sovrani (cioè ai titoli di Stato sottoscritti dai risparmiatori) che hanno messo in ginocchio intere nazioni, a cominciare da Grecia, Islanda, Spagna e Italia, come se fosse un gioco dei birilli.
Chi ha letto il mio articolo del dicembre 2010 Inter Continental Exchange: la congrega delle banche d’affari sa che non c’è nulla di casuale in tutto questo. C’era la necessità di allargare e organizzare meglio il mercato dei prodotti finanziari, dopo la batosta del 2008, e l’hanno fatto organizzando una specifica “Clearing House” (dove confluiscono le trattazioni dei derivati finanziari) nella quale hanno preso posto le maggiori banche mondiali (Bank of America, Barclays Capital, Citi, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Hsbc, JP Morgan Chase, Merril Lynch, Morgan Stanley, Nomura, Bnp Paribas, Rbs e Ubs; escluse tutte le altre) e dedicando una branca particolare per il mercato europeo (Ice Clear Europe).
Sia ben chiaro, le “clearing house” non servono assolutamente a controllare gli eccessi del mercato finanziario, ma solo a renderlo più fluido e “trasparente” (trasparente solo a loro però). Poi è arrivato finalmente l’intervento di Draghi che ha detto l’Europa è pronta a intervenire, e gli attacchi si sono fermati.
Tutto merito di Draghi? O c’è di più. L’interesse a fermare le orde barbariche della speculazione, lasciata per lunghi mesi libera di fare in Europa ciò che volevano in barba agli organi di controllo, non era solo dell’Europa, ma anche di tutti gli altri soggetti globali, perché se gli attacchi della speculazione fossero andati avanti solo qualche mese in più l’intera Europa sarebbe crollata al suolo (finanziariamente) come un bisonte isolato assalito da lupi affamati.
Chi sono gli speculatori? Poche righe più sopra c’è l’elenco dei principali, ma naturalmente ce ne sono molti altri più piccoli ma più “cattivi”, perché ancor meno controllati. Il vero problema dell’Europa perciò è questa massa di speculatori che vogliono mantenere aperta la porta per nuovi attacchi non appena il “bisonte” si sarà rialzato.
Ma loro (Draghi e gli altri), dopo la favola dell’inflazione, ci vengono ancora a raccontare che i problemi dell’Europa sono il debito troppo alto, il costo del lavoro insostenibile, la troppa burocrazia, ecc. Guardiamoli meglio questi “problemi” (vedasi anche il mio post precedente). Il rischio dell’inflazione, ammesso che si fosse presentato in termini reali, e non di fantasia come quelli denunciati da Trichet nella primavera del 2011, si sarebbe potuto affrontare come fanno tutte le banche centrali del mondo, ovvero alzando i tassi al momento giusto e non assurdamente in anticipo come ha fatto due volte Trichet nel 2011.
Il rischio del troppo debito è concreto ma è, casomai, un problema finanziario non economico e va risolto un po’ alla volta quando l’economia galoppa, non quando è in sofferenza.
Il costo del lavoro insostenibile deve essere risolto rendendolo più costoso la dove c’è lo sfruttamento inumano delle persone non pensando di poter competere riducendolo drasticamente nei paesi industrializzati. Il risultato della globalizzazione selvaggia, fatta di semplice competizione sul costo del lavoro, crea disastri nella forza lavoro dei paesi industrializzati, con tutte le conseguenze economiche e sociali che già si vedono in tutta la loro drammaticità.
Eppure i nostri formidabili Draghi & C. d’Europa ci provano sempre con formidabile cipiglio, anche contro il parere di illustri economisti, a dire caparbiamente che i problemi dell’Europa sono il debito elevato, il comparto del lavoro che è troppo poco flessibile, le troppe regole che mortificano gli investimenti.
Tradotto in italiano corrente significa che vuole togliere tutti i “paletti” che proteggono la gente comune dagli sfruttatori e dagli speculatori. Infatti, invece di martoriare (come fanno in America) gli eccessi delle grandi banche con multe miliardarie, l’Europa di Draghi si prepara (ancora una volta) ad assistere le grandi banche europee con un “Eqe” (European Quantitative Easing). (*)
Cos’è il Eqe? E’ l’acquisto, da parte della Bce, di crediti a lungo termine (come i mutui) che le banche non possono esigere a breve e appesantiscono l’operatività della banca, costretta ad osservare specifici parametri di liquidità. Le banche li cedono alla Banca Centrale, che attraverso la cartolarizzazione li trasforma in titoli che verranno acquistati dai risparmiatori.
Ehi, ma questo non è lo stesso tipo di porcheria che veniva venduto negli Usa sotto l’etichetta dei famigerati “subprime mortgage“? Sì, pù o meno! Ma Draghi, che parla perfettamente l’inglese, li chiama “Asset-backed-securities” (titoli patrimoniali garantiti) e a suo dire serviranno egregiamente a produrre liquidità alle banche, che avranno così la possibilità di fare più credito alle imprese e alle famiglie.
Staremo a vedere. Quello che è certo è che i comuni risparmiatori, se non verranno accuratamente avvertiti del forte rischio di investire su quei titoli, si troveranno loro in tasca la fregatura, invece che le banche (come è già successo in gran quantità negli Usa tra il 2007 e il 2009).
Nota (*) Eqe è il nome che io, assimilandolo a quello americano, ho attribuito a questa operazione finanziaria.