Ci sarà anche un’inchiesta penale a determinare perché è morta l’orsa Daniza e chi sono gli eventuali responsabili. Dopo l’indagine avviata dal Corpo forestale dello Stato, anche la Procura di Trento ha aperto un fascicolo. Le indagini, delegate alla sezione di polizia giudiziaria, saranno seguite personalmente dal procuratore capo di Trento Giuseppe Amato che per la prossima settimana ha convocato un vertice fra inquirenti e rappresentanti della Provincia e del Corpo forestale incaricato della cattura dell’orsa. Al momento nessuna persona risulta inserita nel registro degli indagati e pochi sono gli elementi in mano agli inquirenti che attendono gli esiti dell’esame autoptico sull’animale, già eseguito all’Istituto zooprofilattico delle Venezie.
Il reato ipotizzato è quello di uccisione di animale protetto, che nel caso di mancanza di dolo – ovvero la volontà di uccidere – prevede una pena da uno a sei mesi. Riguardo ai cuccioli di Daniza, l’ipotesi di reato potrebbe essere quello di maltrattamento di animale.
“Ci sta tutto sull’onda dell’emotività, ci sta anche questo atteggiamento, sicuramente esagerato” dice il ministro all’Ambiente Gian Luca Galletti commentando la richiesta di dimissioni presentata da alcune associazioni animalista. “Io spero che lo stesso interesse che c’è stato su questo tema ci sia anche su altri temi che riguardano l’ambiente e vorrei che l’attenzione fosse sempre alta come in questo caso: in estate abbiamo affrontato temi drammatici che riguardano l’ambiente, come il dissesto idrogeologico, che hanno provocato sei morti“. “Abbiamo chiesto spiegazioni alla Provincia autonoma di Trento – ha aggiunto – saremo molto inflessibili nell’analisi di quanto successo. Finita l’emotività di questi giorni, però, sia chiaro a tutti che il problema resta. Io mi sto concentrando particolarmente sul problema del dissesto idrogeologico, vorrei che tutti insieme continuassimo con questa grandissima attenzione”.
Un centinaio di animalisti ha manifestato sabato mattina in piazza Duomo a Trento. All’iniziativa, promossa dalla Lav, hanno aderito altre sigle animaliste fra cui Oipa, Lac ed Enpa. Presenti in piazza anche rappresentanti di Verdi e Sel. La manifestazione è stata l’occasione per avviare una raccolta di firme in calce ad una petizione in cui vengono richieste le dimissioni del presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, del vice presidente Alessandro Olivi e dell’assessore all’ambiente Michele Dallapiccola, considerati dagli animalisti responsabili della morte di Daniza e della situazione di pericolo che vivono i suoi due cuccioli. Gli animalisti, molti dei quali con una maschera di orso sul volto, si sono raccolti attorno ad una corona funebre in memoria dell’orsa morta e hanno acceso un cero. Quindi si sono stesi tutti per terra. Nel suo intervento il responsabile della Lav del Trentino, Simone Stefani, ha sottolineato “la pessima figura che il Trentino ha dato nel mondo con una condotta irresponsabile”.
Cresce intanto la preoccupazione per la sorte dei due cuccioli. Restati senza madre, per molti esperti la loro sopravvivenza sarebbe difficile. L’unica certezza è che al momento sono ancora vivi e che si sono riuniti. Ad uno di loro, dopo le fasi concitate della cattura, era stata applicata una marca auricolare per consentire la localizzazione via radio. Dell’altro orsetto, che non era presente al momento del tentativo di cattura, non c’erano più tracce. Venerdì mattina però i forestali trentini li hanno avvistati tutti e due in un bosco mentre camminavano uno accanto all’altro. I segnali radio che arrivano dal chip di uno degli orsetti consentiranno ora ai tecnici di seguire i loro spostamenti. Per i due animali, la cui età è stimata in 8-9 mesi, inizia però ora la fase più delicata della loro vita, completamente mutata dopo la morte della madre. Prima dell’inverno dovranno imparare in fretta a nutrirsi bene, facendo a meno del latte materno, ed evitare i pericoli. Forse stando insieme potrebbero salvarsi, ma non tutti la pensano così. “Anche se gli orsetti di Daniza staranno uniti, è difficile che sopravvivano oltre l’anno di vita”, sostiene Gudrun Pflueger, esperta di fauna selvatica della Società europea Wilderness. “In base a studi recenti – aggiunge – il 27% dei cuccioli non sopravvive al primo anno di vita perfino se stanno con la madre”. “Gli orsetti – aggiunge – hanno numerosi nemici in natura, come lupi, aquile e volpi, e possono morire di fame. Prima dell’inverno poi hanno bisogno di molte calorie ma devono conoscere i luoghi dove cibarsi di bacche, ma ora non possono farlo perché non sono accompagnati e istruiti dalla madre”.
Dopo il Trentino ieri stato è il turno dell’Abruzzo. Nelle campagne aquilane è stata trovata la carcassa di un orso, uno dei due censiti nella zona ma non munito di radio collare. L’animale senza vita è stato ritrovato ai margini di una pista ciclabile in località San Biagio nel comune di Pettorano sul Gizio nell’ Aquilano. Nella stessa zona un contadino aveva avuto un incontro ravvicinato in prossimità del proprio pollaio. Sono state aperte indagini per accertare eventuali responsabilità nella morte dell’animale. Dopo il sequestro penale della carcassa ordinato dalla procura di Sulmona, il reparto di polizia giudiziaria del corpo forestale sta battendo a tappeto l’intera zona tra Pettorano e Valle Larga frequentata dall’orso per indirizzare con precisione i filoni di indagine.
“Al momento non ci sono indagati – sottolinea il comandante del corpo forestale della provincia dell’Aquila, Nevio Savini – abbiamo sentito tre persone perché a conoscenza dei fatti, soprattutto quelle che hanno avvistato e ritrovato l’orso. Non abbiamo sentito ancora gli allevatori ai quali il plantigrado ha fatto visita in questi ultimi giorni, lo faremo nelle prossime ore”.