Il segretario regionale autosospeso - perché indagato nell'inchiesta sulle spese pazze - avrebbe dovuto discutere il programma a FestaReggio in un confronto, il primo, con l’altro candidato alle primarie, l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani. Si è sentito male ed è stato portato al pronto soccorso del Policlinico modenese, dove non gli sarebbero stati riscontrati episodi gravi ma solo affaticamento e stress
Dopo attese, confusioni, più o meno fantasiose ipotesi da una Festa dell’Unità di Bologna, che preparava il pranzo della domenica, è iniziata la corsa di Stefano Bonaccini per le primarie che sceglieranno il candidato del centrosinistra al dopo-Errani, il presidente che si è dimesso dopo una condanna. Un discorso in piedi, senza mai bere un sorso d’acqua, con il quale il segretario regionale autosospeso – perché indagato nell’inchiesta sulle spese pazze – ha presentato la sua idea di Emilia-Romagna. Partendo, inevitabilmente, dalle ragioni di una candidatura più che meditata e dall’inchiesta nella quale è indagato.
Un programma che avrebbe dovuto discutere anche domenica sera a FestaReggio in un confronto, il primo, con l’altro candidato alle primarie, l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani. Ma un malore accusato nella prima serata lo ha costretto a dare forfait: Bonaccini, salendo in auto per partire da Modena alla volta di Reggio, si è sentito male, con un dolore al torace, e ha raggiunto il pronto soccorso del Policlinico modenese, dove non gli sarebbero stati riscontrati episodi gravi (esclusi problemi cardiaci), solo affaticamento e stress. Negli ultimi giorni avrebbe dormito pochissimo. È stato comunque trattenuto in osservazione per 24 ore. Annullati tutti gli appuntamenti di domani.
“La mia candidatura – aveva detto a Bologna – nasce dal fatto che a un certo punto mi son reso conto che in tanti me lo chiedevano. E non c’era in campo un nome su cui potessero convergere in tanti”. Perché, ha spiegato aprendo il suo intervento, lui l’ha sempre pensata così: “Mettere l’ambizione personale un passo dietro rispetto all’interesse collettivo“. Quanto all’inchiesta, ha ribadito di essere “una persona onesta e perbene” e, anche se ha ammesso di aver pensato al passo indietro ha deciso di stare in campo chiedendo – senza entrare nel merito dei tempi per la decisione sulla sua richiesta di archiviazione – “di fare bene e fare presto”. Non vede nessun complotto, Bonaccini, e aspetta “fiducioso il pronunciamento dei giudici. Ma ora, in queste settimane parlerò d’altro”.
E d’altro ha parlato, partendo dai dieci temi in forma di hashtag (#lavoro #europa #velocità #parità #bellezza #legalità #sostenibilità #personecomunità #innovazione #attrattività) intorno a cui girerà la sua proposta di governo. Proposta che sarà arricchita con proposte raccolte online (“chiunque avrà il diritto di avere una risposta” ha detto). Dall’economia (con un nuovo patto per la crescita da fare nei primi cento giorni), alla burocrazia (“tutti ci dicono la stessa cosa: la Regione funziona, ma su questo c’è tanto da fare”); dalla spending review regionale con il dimezzamento delle società pubbliche e partecipate entro la legislatura, al tema dei diritti. E se dal palco ha reso omaggio a chi per 15 anni ha guidato la macchina che vorrebbe ereditare (“Spero che Errani riesca in Cassazione a provare la sua innocenza”) e ha negato di rappresentare “l’apparato”, a margine ha ringraziato l’ex segretario Bersani (che ieri l’ha definito un buon candidato), ha invitato il suo competitor Roberto Balzani a “usare toni amichevoli anche nelle idee diverse” e, pur non chiedendo esplicitamente l’appoggio dei sostenitori di Matteo Richetti (il deputato ritiratosi il giorno della consegna delle firme, anche lui indagato per le spese da consigliere), ha notato come i loro programmi siano “abbastanza simili”. Quanto ai dati sulla partecipazione, Bonaccini non fa stime: “le abbiamo fatte in condizioni purtroppo particolari. Non c’è un traino nazionale… però ho visto che le persone quando le chiami a partecipare tutto sommato rispondono sempre”.
Insomma, dopo lunghi giorni in cui del clima che normalmente condisce le campagne elettorali non si sentiva nemmeno il profumo, domenica le danze sono finalmente partite. Frenate negli entusiasmi dalla notizia dell’incidente nel quale è rimasto gravemente ferito il vicepresidente della Provincia, Giacomo Venturi: “Giacomo tieni duro. Non fare scherzi. Altroché primarie…”, ha twittato Bonaccini dopo una visita all’ospedale dove è ricoverato.