Cinema

Milano Fashion Film Festival, la moda vista con gli occhi del cinema

Constanza Cavalli Etro a ilfattoquotidiano.it, “a mio parere, era arrivato il momento di pensare a un’iniziativa aperta a tutti, che coinvolgesse la città e i giovani”. Non solo passerelle inaccessibili, dunque, ma la possibilità di vedere la moda da vicino: “Con questo evento proviamo a rendere questo settore più democratico e generoso”

di Ludovica Liuni

Esistono diverse forme d’arte per raccontare la moda e il cinema è una di queste. Da anni assistiamo alla diffusione dei fashion film, brevi pellicole – spesso dirette da registi di fama internazionale – che puntano a presentare le nuove collezioni sfruttando il potere del racconto. Per questo motivo Constanza Cavalli Etro, che da sempre lavora nel mondo della comunicazione e della moda, ha deciso di dare una vetrina a questi prodotti con la prima edizione del Milano Fashion Film Festival (Piccolo Teatro Grassi il 14 e 15 settembre). L’iniziativa, che è in collaborazione con la Camera nazionale della moda, aprirà la Settimana della Moda milanese (17-22 settembre). 

Ma il Milano Fashion Film Festival nasce da presupposti diversi: “Tutti conosciamo benissimo il lato elitario della moda”, racconta Constanza Cavalli Etro a ilfattoquotidiano.it, “ma, a mio parere, era arrivato il momento di pensare a un’iniziativa aperta a tutti, che coinvolgesse la città e i giovani”. Non solo passerelle inaccessibili, dunque, ma la possibilità di vedere la moda da vicino: “Con questo evento proviamo a rendere questo settore più democratico e generoso”.

Il festival, infatti, è completamente gratuito: per assicurarsi un posto in platea basta prenotarlo sul sito ufficiale dell’iniziativa. Ma quest’iniziativa rappresenta soprattutto una grande possibilità per i trenta giovani talenti che hanno inviato il loro fashion film e sono stati invitati a partecipare al concorso. “Spesso questi eventi prevedono il pagamento di una quota anche solo per partecipare alla selezione iniziale”, racconta la Cavalli Etro, “i 350 talenti emergenti che hanno deciso di mandare la loro candidatura al Milano Fashion Film Fest, invece, non hanno dovuto versare assolutamente nulla; hanno semplicemente mandato le loro pellicole, che sono state poi selezionate”. In gara, infatti, ci saranno trenta fashion film, prodotti da stilisti e registi che vengono da ogni parte del mondo: “Quando ho progettato questo evento ho tenuto a mente tre obiettivi: il festival doveva dare spazio ai giovani talenti, essere gratuito per il pubblico e riconosciuto a livello internazionale” spiega la direttrice.

Per questo i prodotti verranno valutati da una giuria di livello internazionale (Claudia Donaldson, Tim Blanks, Luca Guadagnino, Jane Reeve), guidata da Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia. Ma nei due giorni dedicati all’evento non mancheranno i fashion film girati dai grandi nomi della moda, che parteciperanno nella sezione “fuoriconcorso”: “Se l’obiettivo del Festival è quello di promuovere i talenti emergenti”, sottolinea la Cavalli Etro, “i brand più celebri sono di grande aiuto. Nomi come Gucci, Ferragamo e Valentino aiutano a diffondere l’iniziativa e a creare maggiori aspettative. In questo modo il pubblico potrà vedere un fashion film prodotto da Prada, seguito da quello di un giovane talento thailandese o quello di Armani affiancato alla pellicola di un regista italiano emergente”.

Ma lo scambio è reciproco: “I giovani talenti danno freschezza ai grandi marchi”, spiega la direttrice. Così, se il fashion film di Prada è diretto da Wes Anderson e Roman Coppola e quello di Armani è interpretato da Paolo Sorrentino, tra i giovani che si daranno battaglia per la vittoria spuntano i nomi di Dsquared2, Several, Ethel Vaughn e Aris Dottorini. La giuria, infatti, assegnerà nove premi per nove categorie (migliore regista Nuovi Talenti, miglior designer emergente, migliore styling, migliore Art Direction, migliore montaggio, migliore musica, migliore regista Giovani Affermati, migliore Fashion Film, migliore Fashion Film italiano). Lo spirito del Festival, infatti è quello di dar vita a una contaminazione di arti, che comprende cinema, musica e grafica: “Un fashion film non include solo un fotografo e un art director, ma altre componenti, che vanno dall’editing all’illuminazione. Sono tutte storie che raccontano in profondità lo spirito di un marchio”.

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