Un milione e mezzo di euro la cifra rubata dai libretti per acquistare auto di lusso e oggetti di valore. La vittima preferita una donna di Locri, provincia di Reggio Calabria, a cui hanno portato via più di un milione di euro. Tra gli indagati figurano alcuni impiegati di filiali salentine del servizio postale
Più di un milione di euro sottratti ad alcuni clienti di Poste Italiane. La Questura di Lecce ha arrestato sei persone, che riuscivano a realizzare i loro colpi grazie alla complicità di dipendenti dell’azienda. Su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Lecce, Giovanni Gallo, su richiesta del pm Giovanni Gagliotta, una persona è finita in carcere e altre cinque agli arresti domiciliari. Un milione e mezzo di euro la cifra rubata usata per acquistare auto di lusso e oggetti di valore tra cui una Ferrari 430, un’Audi A5, una Mini Cooper, una Volkswagen Golf, una Bmw e diversi orologi Rolex. Nessuno di questi oggetti è stato recuperato. In cella è stato trasferito Cosimo Prete, 55 anni, di Parabita (Lecce), responsabile Area consulenza dell’ufficio postale dello stesso paese. Ai domiciliari Marcolino Andriola, 48 anni, di Cellino San Marco (Brindisi), Pierluigi Anelli, 47, e Stefania Di Matteo, 49, entrambi di Roma, Luigi Cecere, 27 anni, e Antonio Silvestri, di 40 anni, tutti e due di Casavatore (Napoli). Tra i due indagati in stato di libertà c’è anche la sorella di uno degli arrestati. Prete è accusato di truffa aggravata ai danni della Pubblica amministrazione, falso materiale e frode informatica; gli altri arrestati di concorso in riciclaggio.
Le indagini, come ha spiegato il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, sono iniziate nel 2012 su segnalazione dell’ufficio Certificatore di Poste Italiane per un’operazione sospetta avvenuta in un ufficio postale di Locri, in provincia di Reggio Calabria, dove su un libretto era transitata la somma di un milione e 290 mila euro. Secondo l’accusa, Prete avrebbe duplicato, si sospetta con la complicità interna di qualcuno, il libretto di una donna residente a Locri di origine eritrea. Quella somma non si sa ancora che fine abbia fatto, così come i soldi di 16 clienti di Poste Italiane ai quali, nell’ufficio di Parabita, nel Leccese, sono stati fatti firmare documenti per investire il denaro il buoni fruttiferi. Gli investigatori hanno comunque accertato che Cecere, con una parte del denaro proveniente da operazioni illecite, ha acquistato due auto di lusso del valore complessivo di 65mila euro, mentre Silvestri avrebbe beneficiato di 324mila euro attraverso giroconti e vaglia circolari.