Sul dato negativo rispetto alla stagione 2013/2014 pesano l'allontanamento dallo stadio e le contestazioni dei tifosi di Napoli e Lazio. Bene Fiorentina, Roma e Juventus
A bocce quasi completamente ferme, si può davvero tirare una riga e fare le somme. Gli stadi italiani partono più vuoti della scorsa stagione. Un passo indietro che arriva dopo un calciomercato povero e la calda estate della Figc e nelle stanze della Lega per i diritti tv. Tra le squadre già presenti in serie A sono andati in fumo circa 35mila abbonamenti. Dagli oltre 266mila dello scorso anno si è scesi a 231mila del campionato appena iniziato. Un dato negativo che è sostanzialmente imputabile ai tonfi di Napoli, Lazio e Milan. Da sole, queste tre squadre hanno lasciato per strada poco meno di 25mila tessere stagionali.
Lotito abbandonato, Berlusconi mai così male – Il peggior risultato è quello della Lazio, passata da 23.282 abbonati a poco più di 13mila, un dato cresciuto in maniera vertiginosa negli scorsi giorni dopo settimane di sottoscrizioni a rilento. Disperso totalmente il patrimonio di aficionados della curva, in aperta contestazione con il presidente Claudio Lotito. Profeta in Figc, il consigliere federale è da tempo in lotta con i suoi tifosi che negli scorsi mesi lo hanno aspramente contestato. Gli ultras hanno deciso di non sottoscrivere abbonamenti ma hanno garantito che saranno sugli spalti dell’Olimpico. Toccherà invece a Pippo Inzaghi riportare la gente a San Siro. Mai nella storia berlusconiana il Milan era riuscito a fidelizzare così pochi tifosi. L’ultimo dato disponibile (31 agosto) dice 17.350 tessere staccate ma – garantiscono dalla società rossonera – il numero è lievitato negli ultimi dieci giorni, anche grazie agli acquisti last minute. I 23.618 abbonati del 2013/14 sembrano comunque un lontano ricordo, tenendo conto che l’effetto Balotelli nel gennaio 2013 valse poco più di 700 tessere. Quanto avrà potuto generare Fernando Torres? In via Aldo Rossi si consolano con i numeri di Casa Milan (45mila visitatori, 1 milione di euro d’incassi nei primi cento giorni) ma la campagna abbonamenti resta da incubo. Nonostante le telefonate di El Shaarawy ai tifosi e gli slogan a effetto, bastava scorrere la bacheca Facebook della società rossonera per capire l’umore dei fan, arrabbiati per la portata degli acquisti e l’aumento dei prezzi.
A Napoli De Laurentiis vede dimezzare le tessere – Un discorso simile a quello di Napoli, dove De Laurentiis deve fare i conti con un sostanziale dimezzamento degli abbonati. Higuain aveva portato la società azzurra a sfondare quota 15mila tessere, mentre quest’anno i partenopei non superano le 8mila. Fanno peggio di dodici squadre, forse tredici (i dati del Chievo non sono disponibili, come quelli del Parma che però dovrebbe essere attorno alle 8mila presenze fisse).
La Roma sorride, la Juventus non paga l’addio di Conte – La Capitale che sorride è quella americana. Lo scudetto sembra un sogno possibile e i tifosi – come recita il claim della campagna abbonamenti – si sono uniti al branco. Così la Roma fa segnare oltre 3000 sottoscrizioni in più, sfondando quota 26mila. Se la passa bene anche chi lo scudetto deve difenderlo. Ventottomila le presenze certe allo Juventus Stadium. Potevano essere di più ma la politica societaria è quella di lasciare una larga quota di posti vendibile di partita in partita. Si esulta anche a Bergamo, dove il ribasso dei prezzi (-20%) ha portato gli abbonati a quota 10.513 (erano 8573). L’Inter si nasconde ma i numeri dovrebbero essere vicini – se non superiori – ai 30.729 della prima stagione di Walter Mazzarri, record della serie A.
Boom neopromosse, le altre si difendono. “Caso” Bari – Primati casalinghi si registrano invece a Empoli e Cesena. Venerdì la società toscana ha chiuso a quota 6.030, polverizzando il record (5480) che resisteva da dieci anni. In Romagna, invece, i bianconeri hanno fidelizzato 12.135 tifosi, un numero mai raggiunto nella storia del club e seguito negli scorsi giorni con un countdown elettronico sul sito ufficiale. Bene anche il Palermo con quasi 10mila abbonati, soglia già superata dal Torino (+1.500). Le due genoane, al momento, arretrano di poco: la Sampdoria viaggia vicina ai 18mila tifosi stagionali, il Genoa con 2mila in meno è a un passo dai 16.745 che hanno accompagnato la squadra di Gasperini dal settembre 2013. La Fiorentina ha perso un pugno di abbonamenti ma in società è giudicato un traguardo positivo perché i 23832 della scorsa stagione erano un dato “pompato” dall’arrivo di Gomez. Mentre quest’anno il miglior acquisto è stato Cuadrado, trattenuto nonostante le sirene dei grandi club europei. Il Sassuolo ha ricevuto la fiducia di 7500 tifosi e lascia aperta la campagna per acciuffarne altri 300, così da raggiungere il numero della prima stagione in A. L’Hellas Verona ne perde 2mila arretrando a 14.055 ma riapre una finestra il 16 e 17 settembre. Restano Cagliari e Udinese, alle prese con i problemi degli impianti. I sardi registrano un segno “più” (4.000, rispetto alle circa 2mila del 2013/14) grazie alla riapertura di alcuni settori del Sant’Elia. Mentre il restyling del Friuli spinge giù l’Udinese: i 10.472 sono irraggiungibili per i Pozzo, che quest’anno possono contare su circa 7mila abbonati. Per trovare un sorriso smagliante bisogna scendere in Serie B, dove brilla il Bari con oltre 9.000 aficionados. Sognano la A, i numeri sono addirittura già migliori di molte delle squadre del piano di sopra.