Il 10% dei consensi ottenuti dai Democratici Svedesi, secondo gli exit poll, trasformano Jimmie Akesson nell’astro nascente dell’estrema destra svedese. Un exploit che rende il partito ultranazionalista la terza forza del paese. Un lavoro di “pulizia” del gruppo da simboli nazisti e dalle istanze razziste e xenofobe solo parzialmente riuscito, quello svolto dal 35enne che dal 1996 si è unito ai Ds, ma che è bastato ad attirare l’interesse delle diverse ali della destra nazionale e a riscuotere un importante successo elettorale.
Akesson ha iniziato a fare politica, ancora adolescente, tra le fila della destra liberale ma, a 16 anni, è entrato a far parte dei Democratici Svedesi, attirato, racconta, non dalle divise naziste o dalle idee xenofobe, ma dagli slogan “no Unione Europea” e “meno immigrati“. Le idee della giovane stella della destra nazionalista, però, non sono mosse dal razzismo. Già da quando è salito alla guida del partito, nel 2005, a soli 29 anni, Akesson ha ripulito il movimento da soggetti violenti e mossi da sentimenti di odio verso gli extracomunitari, basando le sue idee anti-immigrazione su motivazioni puramente economiche. Il grande flusso di stranieri che da anni arrivano in Svezia in cerca di lavoro inizia a pesare in termini di occupazione e, per questo, il giovane politico ha deciso di combattere duramente in favore di uno stop alle entrate per “un welfare più sostenibile per gli svedesi ma anche per gli immigrati già integrati”.
Questa capacità di fornire motivazioni concrete agli ideali degli ultranazionalisti gli è valsa l’interesse delle diverse anime dell’estrema destra che, già alle elezioni del 2010, gli hanno permesso di ottenere il 5,7% delle preferenze e 20 seggi nel parlamento svedese. Il processo di unificazione sotto l’ala dei nazionalisti è continuato e i risultati si stanno vedendo in queste ultime elezioni con i voti che, rispetto a 4 anni fa, sono raddoppiati, raggiungendo il 10,5%. Gli inizi liberali gli hanno permesso di portare nell’estrema destra capacità di mediazione che gli hanno permesso di attirare più interesse verso il proprio partito, dando il via a un processo di eliminazione dei gruppi estremisti, violenti e razzisti dalla Ds. Per trasmettere il messaggio di un partito nuovo, pulito e attento alle questioni care all’estrema destra, senza sfociare nella violenza nazista e xenofoba, Akesson ha girato anche uno spot per una campagna contro il razzismo.
Questa capacità di mediazione tra le diverse anime della destra ultranazionalista potrebbe servire anche a discutere con i partiti di maggioranza riguardo a diversi temi cari al giovane leader. Senza snaturare gli ideali dell’ala estrema della destra svedese, Akesson è comunque pronto a collaborare con la socialdemocrazia su alcuni aspetti cari anche alla sua fazione: “Noi possiamo appoggiare proposte da destra e da sinistra – ha detto -. Dal campo socialdemocratico, per esempio, possiamo contribuire con decisione a rafforzare le indennità di disoccupazione”.