Proseguiamo la nostra visita della città (segue dall’articolo precedente) con una visita alla splendida Cattedrale ortodossa del 1800 in onore a San Michele Arcangelo (nella quale è consigliato – anche d’estate – entrare con pantaloni lunghi o, come nel mio caso, la ragazza all’ingresso vi correrà dietro per farvi coprire prestandovi un simpatico grembiule), passiamo a fianco al “?” (punto interrogativo) originale nome della più antica taverna della città, nato da un litigio proprio con le autorità religiose della Chiesa dirimpettaia dopo che l’iniziale “Taverna della Cattedrale” non era andato giù a queste ultime. Da allora il proprietario lasciò al posto del nome un punto interrogativo, rimasto ancora oggi.
Continuando oltre il centro pedonale vi è il Parco Kalemegdan, una delle perle della città con al suo interno la grande Fortezza, costruita dall’Imperatore Romano Giustiniano I nel 535, il Monumento alla vittoria, da cui si può godere di un belvedere da cartolina sul fiume Sava che sfocia nel Danubio.
Mi chiedo se non sia da un posto splendido come questo che il poeta serbo Dusan Radovic ebbe il famoso pensiero: “chi è stato fortunato da essersi svegliato questa mattina a Belgrado può ritenere di aver già avuto abbastanza dalla vita. Pretendere di più sarebbe inopportuno”, essendomi svegliato all’alba proprio nella capitale Serba devo considerarmi fortunato anch’io!
Passeggiando nel parco sono piacevolmente sorpreso nel notare come questo sia pulito e custodito e rappresenti una vera oasi in questa città a dimensione d’uomo che è Belgrado. La città tiene molto ai suoi spazi verdi, tanto è che Kalemegdan è in buona compagnia insieme ai parchi Tasmajdan e Topcider altre due aree verdi nel cuore della capitale serba.
C’è poi l’isola cittadina Ada Ciganlija: immersa nel verde è il luogo prediletto dai belgradesi per rilassarsi, divertirsi o fare sport in un atmosfera unica.
Mi sorprende vedere tanti giovani e tanta vita per le strade pedonali del centro, ancorato com’ero a all’immagine distorta che troppo spesso ci arriva dai media e apprendo che la nota guida Lonely Planet ha inserito Belgrado al primo posto nella classifica delle dieci città che offrono maggiori possibilità di divertimento al mondo. In effetti la Serbia è in grado di offrire il relax e la tranquillità delle campagne serbe, attraversate qualche ora prima in treno, e la vita notturna vibrante e animata della sua capitale.
A ora di cena ci rechiamo da Radost Fina Kuhinjica, un ristorante vegetariano (rarità a Belgrado) mimetizzato in un palazzo anonimo a due passi dal parco Kalemegdan. All’interno di quello che da fuori può sembrare un appartamento si nasconde un simpatico ristorantino. Siamo accolti da Saska la giovane proprietaria che ci fa accomodare e ci illustra le sue specialità. Il piatto che ordiniamo è un insieme di squisitezze composto da un’insalata al miele e sesamo, spiedini di verdure fresche, zuppa giapponese ai funghi e tortillas con pomodoro e fagioli rossi. La dimostrazione di come la cucina vegetariana possa essere ricca e gustosa! Anche stavolta la mia food-blogger preferita ci ha visto giusto.
Rientriamo attraversando a piedi il centro città con il sottofondo delle fisarmoniche che ci accompagna e la cornice dei suoi palazzi storici che testimoniano come Belgrado sia una delle città più antiche e belle d’Europa. L’indomani un altro treno ci aspetta, il nostro tour InterRail Estate 2014 prosegue infatti verso nord per la Croazia e la sua capitale: Zagabria. Stay tuned!