Continuando oltre il centro pedonale vi è il Parco Kalemegdan, una delle perle della città con al suo interno la grande Fortezza, costruita dall’Imperatore Romano Giustiniano I nel 535, il Monumento alla vittoria, da cui si può godere di un belvedere da cartolina sul fiume Sava che sfocia nel Danubio.
Mi chiedo se non sia da un posto splendido come questo che il poeta serbo Dusan Radovic ebbe il famoso pensiero: “chi è stato fortunato da essersi svegliato questa mattina a Belgrado può ritenere di aver già avuto abbastanza dalla vita. Pretendere di più sarebbe inopportuno”, essendomi svegliato all’alba proprio nella capitale Serba devo considerarmi fortunato anch’io!
Passeggiando nel parco sono piacevolmente sorpreso nel notare come questo sia pulito e custodito e rappresenti una vera oasi in questa città a dimensione d’uomo che è Belgrado. La città tiene molto ai suoi spazi verdi, tanto è che Kalemegdan è in buona compagnia insieme ai parchi Tasmajdan e Topcider altre due aree verdi nel cuore della capitale serba.
C’è poi l’isola cittadina Ada Ciganlija: immersa nel verde è il luogo prediletto dai belgradesi per rilassarsi, divertirsi o fare sport in un atmosfera unica.
A ora di cena ci rechiamo da Radost Fina Kuhinjica, un ristorante vegetariano (rarità a Belgrado) mimetizzato in un palazzo anonimo a due passi dal parco Kalemegdan. All’interno di quello che da fuori può sembrare un appartamento si nasconde un simpatico ristorantino. Siamo accolti da Saska la giovane proprietaria che ci fa accomodare e ci illustra le sue specialità. Il piatto che ordiniamo è un insieme di squisitezze composto da un’insalata al miele e sesamo, spiedini di verdure fresche, zuppa giapponese ai funghi e tortillas con pomodoro e fagioli rossi. La dimostrazione di come la cucina vegetariana possa essere ricca e gustosa! Anche stavolta la mia food-blogger preferita ci ha visto giusto.