L'annuncio, avvenuto oggi dal quartier generale dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) a Parigi era atteso da tempo perché un veicolo costruito dall'uomo per la prima volta si poserà su una cometa. Al momento la data prevista per l’atterraggio è fra il 10 e l’11 novembre, ma sarà confermata solo fra il 14 e il 15 ottobre, dopo ulteriori verifiche della traiettoria
L’annuncio era atteso da tempo perché un veicolo costruito dall’uomo per la prima volta si poserà su una cometa. È stato scelto il sito sul quale in novembre si poserà il piccolo lander Philae, che per dieci anni ha viaggiato con la sonda Rosetta: è bene illuminato e il migliore per scoprire i segreti delle comete ed è stato indicato con la lettera J.
La notizia dell’identificazione del sito, data oggi dal quartier generale dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) a Parigi, segna un’altra tappa fondamentale di una missione senza precedenti dopo che il 6 agosto scorso la sonda era entrata in contatto con la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenkoai.
Il sito J si trova sul lobo più piccolo della cometa dalla forma bizzarra ed è stato selezionato dagli esperti dell’Esa fra i cinque siti individuati a fine agosto. “Il sito J è riscaldato dal Sole ed è una delle aree nelle quali la cometa è più attiva”, ha detto all’Ansa il responsabile delle operazioni di Rosetta per l’Esa, Andrea Accomazzo. “Dobbiamo prevedere dei rischi – ha aggiunto – perché i gas emessi dalla cometa potrebbero spostare il satellite”. La scommessa, ha aggiunto, è quindi riuscire a fare tutti i calcoli per rilasciare il lander Philae nel posto giusto al momento giusto. Al momento la data prevista per l’atterraggio è fra il 10 e l’11 novembre, ma sarà confermata solo fra il 14 e il 15 ottobre, dopo ulteriori verifiche della traiettoria.
Attualmente Rosetta si trova a 30 chilometri dalla cometa e in settimana si deciderà un’ulteriore manovra di avvicinamento a 20 chilometri; il 6 ottobre si vedrà se Rosetta potrà arrivare a 10 chilometri dalla cometa, come chiedono i responsabili degli strumenti scientifici a bordo della sonda. Di questi, molti sono nati in Italia, come lo spettrometro Virtis (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer), di cui è responsabile Fabrizio Capaccioni, dell’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf); Giada (Grain impact analyser and dust accumulator), di cui è responsabile Alessandra Rotundi, dell’università Parthenope, e la camera a grande campo (Wac) che fa parte dello strumento Osiris (Optical, Spectrocopic and Infrared Remote Imaging System), messa a punto da Cesare Barbieri, dell’università di Padova. Importante il coinvolgimento dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e dell’industria, con la Thales Alenia Space (Thales-Finmeccanica) e la Finmeccanica Selex ES. Entusiasta il presidente dell’Asi, Roberto Battiston, per il quale la missione Rosetta segna “un punto di svolta nelle attività di esplorazione dell’universo”. Il presidente dell’Inaf, Fabrizio Bignami, è “emozionato al pensiero di essere parte di questo importante momento della storia umana”.
Foto: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA