Smoking di tweed, ghette, colletti inamidati, monocoli. No, non ci troviamo nelle campagne inglesi degli anni ’20, ma al Distinguished Gentleman’s Ride, motoraduno che torna anche quest’anno per riempire le strade di tutto il mondo di gioiose e scanzonate atmosfere retrò. Domenica 28 settembre in oltre 220 città nel mondo circa 20.000 gentiluomini, vestiti di tutto punto, saliranno in sella alle loro café racer, bobber, scrambler e altre meravigliose moto custom per sensibilizzare e finanziare la ricerca sul cancro alla prostata.
In cortei signorili e dalle buone maniere, monsieur azzimati (con madame chic al seguito) sfileranno nelle vie delle loro città diffondendo allegria ed offrendo un vero e proprio spettacolo di costume a coloro che assisteranno al singolare evento: gli anziani si rianimeranno, i bambini batteranno le mani, le donne si sentiranno svenire. Il Distinguished Gentleman’s Ride è stato fondato nel 2012 in Australia, ispirato da una foto di Don Draper – della serie televisiva Mad Men – in sella a una moto classic con indosso il suo abito migliore. L’ideatore Mark Hawwa pensò bene che un raduno a tema potesse essere il modo migliore per combattere lo stereotipo spesso negativo legato ai motociclisti, oltre che per riunire tutti gli appassionati di questa nicchia di due-ruote.
Quel primo giro coinvolse oltre 2.500 piloti in 64 città: il successo ottenuto spinse gli organizzatori a pensare di utilizzare l’evento per sostenere una nobile causa. Nel 2013 la manifestazione si è diffusa su scala mondiale, con il contributo di 11.000 riders in 145 città, e ha raccolto oltre 277 mila dollari per la Prostate Cancer Foundation: l’obiettivo di questa terza edizione è di arrivare a 1 milione di dollari. Per raggiungerlo si è unita alla simpatica carovana la più iconica e dandy delle case motociclistiche, Triumph Motorcycles, che aggiunge un po’ di cavalli – di razza – all’evento e apre il gas verso la sconfitta di una malattia che uccide più di 1.300 uomini al giorno.
Sono 17 le città italiane che aderiscono all’iniziativa, sparse in tutta la penisola: da Catania a Verona, passando per Roma, Bari, Cagliari, Ravenna, Milano, Firenze, Pescara. Non resta dunque che stirare il cravattino, rispolverare il panciotto del nonno e inforcare la propria motocicletta d’epoca, per sfoggiare dei vistosi baffi a manubrio. Per trovare la location più vicina e registrarsi basta visitare il sito: unirsi al giro non costa nulla, ma è naturalmente possibile effettuare una donazione; anche se non si possiede una moto adatta o non si è per nulla centauri. Un modo per contribuire comunque a questo elegante esempio di solidarietà maschile (aperto anche alle ladies), che con stile impeccabile vuole “prender licenza” dal cancro alla prostata, facendosene allegramente “un baffo”. Senza correre troppo, solo due ruote per volta.
di Stefano Padoan