Quattro chili di cocaina e duecento grammi di marijuana: l'auto appartiene a un porporato novantenne, l'aveva affidata ai due uomini per farla revisionare. "Nessun coinvolgimento della Santa Sede" fa sapere il portavoce del Vaticano
Quattro chili di cocaina e duecento grammi di marijuana. Nell’auto del cardinale, che ovviamente è estraneo ai fatti. Devono aver pensato che fosse un mezzo insospettabile, i due italiani di 30 e 41 anni che trasportavano droga su un’automobile con targa del Vaticano. I due uomini sono stati intercettati ad un casello autostradale di Chambery, Alta Savoia, in Francia. I doganieri sono stati attirati da una Ford con la targa diplomatica della Santa Sede e hanno deciso di fare un controllo. E’ bastata una sommaria perquisizione per scoprire che a bordo, nascosti dentro borse e valige, c’erano quattro chili di cocaina e duecento grammi di cannabis. Il fermo risale a domenica 14 settembre e la radio francese Rtl ne ha dato la notizia due giorni dopo. I due presunti trafficanti sono stati posti in stato di fermo per 48 ore, già prorogato a 96. Durante questo periodo dovranno comparire davanti a un magistrato con l’accusa di traffico di stupefacenti. I due non hanno passaporto diplomatico, quindi fonti della polizia hanno fatto sapere che nulla consente al momento di coinvolgere in qualche modo lo stato Vaticano. Stando a fonti vicine all’inchiesta, il proprietario dell’auto è il cardinale argentino Jorge Maria Mejia, 91 anni, bibliotecario emerito della Santa Sede.
Radio Rtl ha precisato che qualche giorno fa il segretario del porporato avrebbe affidato l’auto di ordinanza a due italiani per farla revisionare e loro ne avrebbero approfittato per fare un viaggio in Spagna e comprare la droga, certi che la targa vaticana avrebbe eluso ogni sospetto. “Confermo che la macchina del cardinal Mejia – ha detto il portavoce vaticano padre Federico Lombardi – è stata fermata in Francia, posso affermare che non sono coinvolte persone della Santa Sede, né ovviamente il cardinal Mejia, che è anziano e malato”. Ha poi precisato il portavoce: “L’auto è stata consegnata nei giorni scorsi ad una autofficina. Evidentemente ne è stato fatto un altro uso”.