In questi giorni impazza il dibattito sull’eterologa, sulle linee guida e sul fatto che questa tecnica che prevede l’utilizzo di gameti di donatore debba o non debba essere a carico dei Ssr. In Regione Lombardia infatti è possibile ma praticamente solo a pagamento. Chiedo all’avv. Giorgio Muccio di Bologna (candidato consigliere per M5S in Emilia Romagna), che ha seguito fin dall’inizio la vicenda anche per l’interesse diretto della moglie medico-ginecologo, impugnando nel 2004 le prime linee guida sulla programmazione medico assistita (Pma) che affermavano il divieto di diagnosi preimpianto poi dichiarato illegittimo dal Tar del Lazio, chi ha bisogno di un trattamento eterologo:
“La coppia formata da persone dove almeno uno dei due non può formare propri gameti. Principalmente perché si è sottoposta a chemioterapia, o donne che sono andate in menopausa precoce. I trattamenti effettuati saranno il 10% circa dei totali di Pma”.
Cosa ne pensa della decisione della Regione Lombardia di far pagare la Pma eterologa?
“Discrimina le coppie a seconda del tipo di patologia. Se sono infertili, cioè se autocertificano di aver avuto per almeno 2 anni trattamenti non protetti senza successo, hanno il trattamento gratuito, mentre ad es. quelle che hanno dovuto fare chemio, debbono pagarsela, salvo emigrare in un’altra Regione che poi si farà rimborsare dalla Lombardia. Per tale motivo, in sede di conferenza Stato-Regioni, queste avevano stabilito che ciascuna le rimborsasse come e nella quota prevista per la Pma omologa. Sembra che la decisione sia ufficialmente per motivi di bilancio ma visto il sistema di rimborso tra Regioni evidentemente per ragioni prettamente politiche: si tratta di posizioni condivise da Fi, Ncd e Lega in quanto si vogliono accreditare in un determinato immaginario pubblico come i paladini di valori conservatori. Ma non è questo il problema saliente di tutta la vicenda”. Ci spieghi meglio avvocato: “Pensare che sia dovuta l’assoluta gratuità della donazione, senza indennizzi per il tempo sottratto al lavoro (come invece avviene per la donazione di sangue e di midollo osseo), ovvero per le spese affrontate (come invece avviene per la donazione di organi tra viventi) significa non solo discriminare i donatori in relazione al tipo di donazione, ma anche dover ricorrere ad una “quota di estero” per soddisfare la domanda con minori tutele, sia per donatori nel caso dell’import dall’estero di gameti, che riceventi, in caso di espatrio delle coppie italiane, di quanto non avverrebbe in Italia, ovvero con il rischio che la donazione sia effettuata per fini commerciali”.
Esistono modi per reperire fondi?
“Principalmente dalla spesa farmaceutica, andando a rinegoziare il prezzo dei farmaci da utilizzare per la stimolazione ovarica, posto che la domanda di accesso a trattamenti di Pma eterologa farà aumentare il numero di trattamenti del 10% circa e che nel corso degli ultimi anni, i dati del registro italiano di Pma parlano di un passaggio da 63.000 cicli nel 2005 a 93.000 cicli nel 2012. Vari di questi farmaci hanno il brevetto scaduto o in via di scadenza ed il prezzo è stato predeterminato pre-scadenza”.
Il ministro della Salute ha deciso di delegare alle Regioni le linee guida. Come giudica tale scelta?
“Assolutamente illegittima. Il Ministro ha giustificato la propria scelta asserendo che altrimenti si sarebbe creato un vuoto normativo. Vuoto normativo che aveva tentato di colmare con un Dl che il Consiglio dei Ministri non gli ha approvato. Vuoto normativo che peraltro é stato smentito sussistere sia dal Presidente della Corte Costituzionale che dal Tribunale di Bologna. Hanno tentato di colmarlo le Regioni, in verità in modo improprio visto che le linee guida, che sono indicazioni di carattere sanitario su come effettuare correttamente un atto sanitario, sono demandate dalla legge 40 all’art.7 all’ Istituto Superiore di Sanità e solo dopo emanate con Dm dal Ministero. Ciò però senza una valenza nazionale ma solo locale: il che produrrà solo una migrazione dei cittadini da una Regione all’altra, sempre che vi trovino gameti donati. Il Ministro deve finalmente rendersi conto che la Sentenza della Corte Costituzionale va applicata garantendo accesso ai trattamenti di Pma Eterologa senza discriminazioni di carattere sanitario, come recita l’art. 3 e 32 della Costituzione, ed in numero tale da rendere effettivo tale diritto”.
La signora Lorenzin ancora una volta si dimostra impreparata ad affrontare una grande novità per il nostro Paese. Così facendo rischia di spostare la sanità verso il privato con costi aggiuntivi per il cittadino.