Nonostante il “divieto” di Beppe Grillo, il M5S di Parma va verso un accordo con Pd e centrodestra per eleggere un esponente democratico (o il sindaco di Fidenza o quello di Salsomaggiore) alla presidenza della Provincia di Parma. Federico Pizzarotti sarà candidato come consigliere provinciale nella lista unitaria. Il listone trasversale raggrupperà tutti i sindaci del territorio dei vari schieramenti politici: Pd, M5S, centrodestra e liste civiche nelle elezioni nelle quali voteranno solo consiglieri comunali e sindaci. Si attenderà il termine ultimo per la presentazione delle liste (venerdì 19) per rendere ufficiale l’iniziativa, fissata venerdì prossimo 19 settembre, ma l’intesa è stata raggiunta fra i maggiori amministratori della realtà parmense, sindaco di Parma in primis. “Non me la sento – scrive Pizzarotti su facebook – di dire ai miei cittadini che Parma, il capoluogo di questa disastrata ma bellissima Provincia, non discute con le altre Istituzioni su come uscire dalla melma del debito, della crisi e del disastro ambientale. Non c’è nessun accordo definito, non c’è nessuna alleanza né un patto tra partiti. C’è un dialogo tra istituzioni che hanno il dovere di rispondere alle aspettative dei loro abitanti, ma nulla è ancora ufficiale”. Storia simile accade per la provincia di Ferrara: il sindaco di Comacchio, M5s, si candiderà in un listone unico con Pd, Lega, Forza Italia e altre liste civiche.
Nei giorni scorsi, prima dell’indicazione di Beppe Grillo di non partecipare alle attività delle future province, era stato proprio Federico Pizzarotti ad indicare la strada della lista istituzionale unica. La proposta era stata inizialmente bocciata dal Pd che, a fronte comunque di una spaccatura interna, avrebbe alla fine accettato assieme alle altre realtà politiche del territorio. Non si esclude tuttavia che un gruppo di amministratori dissidenti del Pd possa presentare una lista alternativa, in polemica con questa decisione. “Leggo agenzie stampa – sottolinea Pizzarotti – che scrivono di un mio accordo con il Pd sulle Provinciali. A parte che su 46 sindaci del territorio solo io sono del MoVimento 5 Stelle mentre la maggioranza sono liste civiche (non è un dettaglio), ma è necessario ribattere a chi scrive ma non conosce: da oltre un mese e alla luce del sole come abbiamo più volte abbiamo ribadito, noi sindaci della Provincia – che rappresentiamo un territorio che domani non avrà nemmeno i soldi per spalare la neve sulle strade – stiamo discutendo di una riforma che non ci piace e che ci è stata calata sulla testa. E come dovrebbe fare ogni Istituzione che rappresenta le ansie, le aspettative e le speranze dei cittadini – per la precisione 400 mila abitanti – lo facciamo perché è un atto dovuto alla responsabilità: i poteri della Provincia riguardano l’ambiente, il territorio, la scuola pubblica e la mobilità”. “E ai detrattori della responsabilità – scrive ancora su Fb – o a chi un giorno criticherà il sindaco di Parma perché dialoga con le altre istituzioni, rispondo che probabilmente loro non hanno né nel cuore né nella testa l’onore e l’onere di rappresentare 190 mila parmigiani, e a nessuno, se non a loro stessi, dovranno rendere conto. Rappresentare una Comunità così vasta vuol dire avere coscienza di rappresentare anche chi non mi ha votato e chi non la pensa come me. E questi cittadini, lo dico chiaro e tondo, non sono meno cittadini degli altri”.
Alla luce della ponderazione dei voti (che vede il Pd in vantaggio sul M5S nonostante il governo del Comune capoluogo) l’accordo prevederebbe la presenza del sindaco di Parma Pizzarotti come consigliere. Per la carica di presidente della provincia sono in lizza i sindaci Pd di Fidenza Andrea Massari e di Salsomaggiore Filippo Fritelli. Grillo, dal suo blog, aveva dato un’indicazione precisa: “Il M5S continuerà a non presentare le proprie candidature in un organo politico del quale auspica la soppressione. Non cediamo e non ci facciamo lusingare dalla prospettiva di acquisire poltrone o, addirittura, da eventuali vittorie in alcune elezioni provinciali”.
Pizzarotti sull’argomento non ha voluto rilasciare dichiarazioni (salvo poi scrivere su facebook), ma nella giornata di martedì ha ricevuto in Comune il segretario provinciale del Pd Alessandro Cardinali, il sindaco di Fidenza Andrea Massari e altri rappresentanti dei Comuni interessati all’accordo, che dovrebbe coinvolgere anche Forza Italia e alcuni movimenti civici vicini al centrodestra: “Stiamo andando in quella direzione – spiega il consigliere Fi Paolo Buzzi – ma la decisione finale deve ancora essere presa”. Nella lista cosiddetta “istituzionale”, su 12 posti, M5S e Forza Italia ne avrebbero riservati due, mentre gli altri otto andrebbero ai democratici, con candidati alla presidenza Massari o il collega di Salsomaggiore Filippo Fritelli. “Si chiude tutto venerdì, quindi per ora non c’è nulla di ufficiale – ha detto Fritelli – Stiamo cercando di fare una lista istituzionale che sia rappresentativa di tutti i territori e che comprenda anche il Comune capoluogo amministrato da Pizzarotti”.
Gli ultimi dettagli sono ancora da definire, ma accordo comune sarebbe anche quello di escludere dall’elenco dei nomi le opposizioni nei vari consigli, affinché i sindaci non abbiano da confrontarsi anche in Provincia con le minoranze con cui hanno a che fare in Comune. Dall’alleanza di Parma dunque sarebbero tagliati fuori i consiglieri comunali, compresi quelli del Pd cittadino, che però hanno proporzionalmente più peso nel voto, e che quindi, facendo confluire le proprie preferenze su un candidato al di fuori del listone M5S-Fi-Pd, potrebbero addirittura creare, con un rappresentante eletto, un’opposizione interna al possibile futuro presidente Pd.
Escluse dal listone sarebbero anche tutte le forze civiche, che si stanno organizzando con un’altra lista, “aperta a tutti, ma che sia più democratica e lasci libertà di scelta ai 610 eletti della provincia di Parma aventi diritto di voto” spiega Maria Teresa Guarnieri di Altra politica altri valori. Con la consigliera comunale cittadina dovrebbero confluire Parma Unita di Roberto Ghiretti e altri rappresentanti di liste civiche del parmense, ma non solo, che forniranno un’alternativa al listone trasversale: “Di questo argomento si doveva parlare in consiglio – spiega Ghiretti – mentre 10 soggetti che avranno già diritto di espressione nell’assemblea dei Comuni hanno voluto fare un accordo tra segreterie”.