Alle elezioni provinciali del 28 settembre di Vibo Valentia in campo indagati e amici di boss. L'alleanza che va dal Pd ai Fratelli d'Italia schiera diversi consiglieri accusati di peculato (e non è il reato peggiore)
A Vibo Valentia lo hanno già chiamato “l’accurduni”. Alle elezioni provinciali del 28 settembre, infatti, Forza Italia ha presentato una lista unica assieme ai renziani, a Fratelli d’Italia e a pezzi di Ncd. Il Pd è spaccato e il simbolo del partito di Renzi lo hanno utilizzato i cuperliani che, a Vibo, fanno riferimento al deputato Bruno Censore. Proprio la corrente che fa capo al parlamentare calabrese è riuscita nell’impossibile: tra i candidati a consigliere provinciale c’è un incandidabile. Si tratta di Salvatore Vallone, ex assessore del Comune di Mileto sciolto per infiltrazioni mafiose.
Ma se questo può essere considerato uno scivolone del partito di Renzi in Calabria, tra chiacchierati e soggetti finiti nel mirino dell’autorità giudiziaria, le tre liste presentate non si sono fatte mancare nulla. Il rischio è che il prossimo Consiglio provinciale di Vibo Valentia possa trasferirsi al palazzo di giustizia. Basta pensare che due candidati alla presidenza (Sergio Rizzo del Pd e Giuseppe Raffele dell’Udc-Ncd) e tre aspiranti consiglieri (Giovanni Macrì, Carmine Mangiardi e Pasquale Fera, tutti nella lista composta dai renziani e da Forza Italia) sono coinvolti nell’inchiesta sui presunti fondi illegittimi elargiti a tutti i gruppi politici dalla Provincia dal luglio 2010 al febbraio 2012. Per loro l’ipotesi di reato è falso e peculato: avrebbero sottratto, secondo la Procura, circa 100 mila euro da altre poste del bilancio e spese anti-racket comprese. Pasquale Fera è inoltre indagato insieme al candidato cuperliano Francesco Bartone nell’inchiesta sulla non potabilità dell’invaso dell’Alaco. Secondo il pm Michele Sirgiovanni, in qualità di sindaci di San Nicola da Crissa e di Soriano, i due aspiranti consiglieri provinciali non avrebbero predisposto i controlli necessari per evitare l’avvelenamento delle acque.
Ma nel Pd non c’è posto per tutti. Ed ecco che, oltre all’incandidabile Vallone, i cuperliani hanno inserito in lista Leoluca Curello, negli anni ’90 coinvolto in un’indagine per usura ed estorsione. Un’inchiesta che, però, è naufragata tra assoluzioni e reati prescritti. Curello peraltro è imparentato con la famiglia Barba di Vibo Valentia, travolta dall’inchiesta antimafia “Nuova Alba” e vicina alla cosca Mancuso di Limbadi. A proposito dei Mancuso, nella lista Udc-Ndc, compare il candidato a consigliere Gianfranco Ranieli, il cui nome è inserito in un’informativa dell’inchiesta “Black money”, redatta dai carabinieri del Ros. Ranieli, infatti, gestisce a Rombiolo un agriturismo assieme al fratello Michele che, però, è ritenuto in rapporti con Giuseppe Mancuso, figlio del boss Pantaleone detto “Vetrinetta”.
Nella stessa lista, in quota Ncd, c’è anche il consigliere comunale di Vibo Giancarlo Giannini finito in una nota dell’inchiesta “Libra” coordinata dal sostituto della Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni. Secondo gli investigatori, Giannini (che non è indagato, ndr) è “in rapporti di cointeressenza con soggetti appartenenti al sodalizio Tripodi- Mantino”. La Dda è arrivata a lui seguendo il filone dell’indagine sulla realizzazione dell’area polifunzionale della protezione civile. Fratello di un pregiudicato per associazione mafiosa e armi, il candidato dell’Ncd è pure socio della “Azzurra srl”, impegnata nel turismo e nelle forniture balneari, assieme a Giovanni Colace, fratello di Nazareno Colace, storico elemento di spicco del clan Tripodi-Mantino.
I nomi dei candidati alle provinciali riempiono anche i verbali dei pentiti. Come quello di Domenico Cricelli il quale ha riferito al pm Marisa Manzini che Giovanni Macrì, detto “Nino” era in rapporti con il boss Giuseppe Mancuso. Macrì è candidato assieme al vicesindaco di Sorianello Carmine Mangiardi indicato, dal collaboratore di giustizia Enzo Taverniti nell’inchiesta “Luce nei boschi”, come vicino al defunto boss Damiano Vallelunga. “Insieme per la provincia di Vibo” è il nome della lista presentata dai renziani e da Forza Italia. La guida Andrea Niglia, ex sindaco di Briatico imparentato con Pino Bonavita, vicino al boss Antonino Accorinti. E il 28 settembre si vota.