Ci sarà anche un sindaco Cinque Stelle nel nuovo consiglio provinciale di Ferrara. Nella cittadina emiliana è già da tempo pronto un listone onnicomprensivo, che spazia per l’intero arco costituzionale, con la sola eccezione di Fratelli d’Italia che, scornata dall’impossibilità di avere un seggio nella grande spartizione, correrà da sola assieme a una civica di destra. La lista pigliatutto, che si chiamerà “Provincia Insieme” ed è capitanata dal sindaco Pd di Ferrara Tagliani, verrà votata il 29 settembre. E assieme a primi cittadini di marca Pd, Lega, Forza Italia avrà anche una presenza grillina. Marco Fabbri, fascia tricolore a Comacchio, ha già spiegato più volte la decisione. “Questa è la lista degli amministratori, fatta di persone che tutti i giorni lavorano nel territorio per i propri cittadini: questo è lo spirito con cui sono entrato in questa lista”. Questa la sua ‘difesa d’ufficio’, cui si aggiunge “una spinta in tal senso anche da parte degli operatori turistici, ad esempio riguardo al ruolo della Provincia all’interno dell’Ente Parco (il Delta del Po, ndr), che dopo una paralisi di un anno e mezzo non può permettersi di essere ulteriormente ingessato. Questo lavoro in Provincia non soltanto verrà fatto gratuitamente, ma ci rimetteremo anche di tasca nostra, visto che non ci saranno rimborsi per gli spostamenti. Lo spirito da parte mia è di massima collaborazione”.
Dichiarazioni però che oggi, alla luce delle indicazioni via blog di Beppe Grillo, rischiano di spaccare l’elettorato pentastellato. Tant’è che i 5 consiglieri eletti a Ferrara hanno già fatto sapere di non voler essere della partita. “La nostra linea è quella ufficiale del M5S e non ci abbiamo nemmeno lontanamente pensato di entrare nel listone”, fa sapere Ilaria Morghen la capogruppo che, così come i 4 colleghi in consiglio non andrà nemmeno a votare. “Io non voglio condannare nessuno – aggiunge – ma Comacchio dovrà spiegare questa decisione ai suoi elettori”. In soccorso del primo cittadino lagunare arriva il suo omonimo, Alan Fabbri di Bondeno, del Carroccio. Che rifiuta a priori le accuse di “inciuci” e spiega che “avere la propria provenienza politica è un valore aggiunto per amministrare, anche se qualche movimento non l’ha capito. Probabilmente non hanno capito di cosa sono espressione le istituzioni”. Lo stesso Tagliani si spende per precisare che “nessuno è a caccia di poltrone o privilegi. Per il lavoro in consiglio regionale non saranno previsti rimborsi e compensi, anzi sarà una responsabilità molto pesante soprattutto per i sindaci dei Comuni molto lontani (come Comacchio, ndr), ma è chiaro che i cittadini si aspettano che attraverso la costituzione di questo consiglio continuiamo ad assicurare i servizi che competono alla Provincia, come la viabilità, l’agricoltura, la pesca, il turismo o la formazione professionale”.
Dal canto suo Fabbri non si scompone di fronte alle indicazioni che arrivano da Genova, ricordando che “è la legge che ci impone di essere presenti, se non in consiglio in assemblea” e che “la Provincia che si è delineata è qualcosa di diverso dall’ente che chiedevamo di abolire e questo consiglio fa parte di una fase, speriamo, transitoria”. Chissà se Grillo, dopo questa notizia, chiamerà il sindaco “ribelle”. Sarebbe la seconda volta in due anni e mezzo. “La prima e unica volta – confida a ilfattoquotidiano.it il diretto interessato – è stata una telefonata di cortesia”.