Il Premier ha pubblicato sul sito web della Presidenza del Consiglio le patrimoniali e reddituali di tutta la famiglia, compresi i nonni. Per lui 60mila euro in meno dal mancato incasso dei diritti d'autore. Per la moglie l'anno scorso meno di 11mila euro
Senza i diritti d’autore garantiti dalla Mondadori, controllata, dalla famiglia Berlusconi, e dalla Rizzoli, la vita a casa Renzi si fa più dura. Lo dicono le dichiarazioni dei redditi pubblicate, come prevede la legge, sul sito web della presidenza del Consiglio. Matteo Renzi, dopo avere messo on-line il 21 maggio la sua dichiarazione 2013 a fine luglio ha caricato, nel disinteresse generale, quella 2014, per i redditi del 2013. Inoltre ha pubblicato tutte le dichiarazioni dei parenti: mamma, padre, figli, fratello e sorelle, persino le nonne.
BALZA AGLI OCCHI il crollo dei redditi dell’ex sindaco di Firenze. Nell’anno di imposta 2012 guadagnava ben 145mila e 272 euro. Mentre nel 2013 il reddito è sceso a 98 mila e 961 euro. I 47 mila euro mancanti all’appello sono dovuti alla fine della sua produzione libraria. Sono rimasti invariati i redditi da sindaco, pari a 90 mila e 962 euro ma sono crollati i diritti d’autore per i libri. Nel 2012 le opere di Renzi hanno fruttato ben 72 mila e 883 euro mentre nel 2013 soltanto 11 mila e 933 euro. Meno anche del 2011, quando erano 31 mila e 324 euro. Complessivamente, dal 2011 al 2013, Renzi ha incassato per i suoi libri un lordo di 116 mila e 90 euro. Difficile stabilire quanti soldi siano arrivati da Mondadori.
Renzi ha pubblicato Fuori nel febbraio 2011 e Stil Novo, nell’aprile 2012, per Rizzoli mentre il suo maggior successo, Oltre la rottamazione, è uscito per Mondadori nel maggio 2013, ed è stato nella top ten della saggistica per un mese. Scorrendo la dichiarazione di Renzi si scopre che il premier si ostina a pagare l’Imu sulla sua metà dell’abitazione di Pontassieve. Con un comportamento bizzarro dal punto di vista fiscale. Renzi nel 2012 e nel 2013 ha dichiarato “utilizzo 10” e cioé “abitazione data in uso gratuito a un proprio familiare”. Non aveva altra scelta perché era residente fino al 23 gennaio scorso in via dell’Alfani a Firenze nella casa affittata (e pagata) dal suo amico Marco Carrai.
Nel 2012 e 2013, sul suo 50 per cento del villino di Pontassieve, Renzi ha pagato 1746 euro all’anno. Assoggettandosi a un salasso di 3 mila e 500 euro per dichiarare di essere residente a Firenze. La moglie Agnese Landini, invece ha pagato solo 699 euro nel 2012 e addirittura solo 76 euro, grazie all’abolizione dell’Imu prima casa imposta a Enrico Letta da Berlusconi e Brunetta, nel 2013. Interessanti anche le scoperte che si fanno leggendo le dichiarazioni depositate dai parenti. La famiglia Renzi ha dimostrato una trasparenza invidiabile. Solo il fratello più piccolo, Samuele, pediatra trentunenne all’ospedale di Mendrisio in Svizzera, dichiara di essere “residente all’estero e iscritto all’AIRE e di non avere al momento alcun obbligo dichiarativo” in Italia.
La dichiarazione della moglie del premier è la dimostrazione vivente di quanto sia dura la vita dei precari della scuola. Nel 2013 la ormai ex insegnante precaria Agnese Landini, ha lavorato solo 199 giorni per un reddito dichiarato di 10 mila e 971 euro. Nel 2012 invece ha lavorato di più (250 giorni) ma ha guadagnato e dichiarato solo 8 mila 627 euro.
La sorella maggiore, Benedetta, 41 anni, dichiara un reddito di 21 mila e 64 euro guadagnati come co.co.co. della società di famiglia, la Eventi 6. Anche la sorella minore, Matilde Renzi, 30 anni, è una co.co.co. di Eventi 6 e dichiara un reddito annuo per il 2012 di 12 mila e 181 euro. Eventi 6 ha fatturato 1 milione e 965 mila euro nel 2013 (in calo netto rispetto ai 3,1 milioni del 2012) ma non è molto generosa con le sorelle Renzi. Anche Matteo dichiarava solo 14 mila euro come co.co.co. dell’azienda di famiglia nel 2003. Poi, come i lettori del Fatto sanno bene, la Margherita decise di candidarlo il 28 ottobre 2003 e la società di famiglia decise di assumerlo un giorno prima. In quel caso però non fu assunto con gli stipendi da fame delle sorelle bensì con uno stipendio da dirigente. Tanto i contributi pensionistici poi li hanno pagati per 9 anni la Provincia e il Comune di Firenze, mica la società di famiglia.
LA MAMMA di Matteo Renzi, la signora Laura Bovoli, 64 anni, è socia e presidente della Eventi 6 e ha pubblicato la sua dichiarazione del 2013. Mamma Renzi guadagnava nel 2012 ben 19 mila e 685 euro grazie alla sua baby pensione agguantata nel 1995 quando aveva 45 anni. Da allora percepisce una pensione commisurata al suo vecchio stipendio da insegnante piuttosto che ai contributi versati. In più dichiara un reddito da lavoro dipendente da 53 mila e 670 euro, probabilmente come presidente della società di famiglia. Con 73 mila e 355 euro complessivi è la colonna finanziaria della famiglia.
Il babbo di Matteo, Tiziano Renzi, dichiara solo 4 mila e 952 euro per l’anno 2013. Meglio di lui fa persino la nonna paterna, Anna Maria Pandolfi, 83 anni, che dichiara 10 mila e 616 euro grazie alla sua pensione minima. Mentre la nonna materna, Maria Violanti, 93 anni: dichiara un imponibile di 37 mila e 397 euro grazie alla pensione di reversibilità del marito. Un beneficio di cui il nipote ha parlato in tv nel 2013 così: “Mio nonno è morto 41 anni fa. Giustamente è scattato il meccanismo della reversibilità. Oggi, dopo 41 anni continua ancora a prendere la reversibilità di 3 mila euro ed è già bisnonna. È giusto? Secondo me questo è un meccanismo sul quale possiamo intervenire”. Poi è diventato premier e ha preferito riformare il Senato.
da il Fatto Quotidiano del 16 settembre 2014