Calcio

Balotelli, Immobile, Pellè e Aubameyang: gol d’Europa e rimpianti made in Italy

In Champions l'ex attaccante del Milan sblocca il match del Liverpool e il capocannoniere in carica della A realizza un gran gol a Dortmund, dove è protagonista il centravanti scaricato dal Milan. E a Southampton continua a far faville il puntero leccese. Il calcio di casa nostra è un sistema da esportazione

Ci sono notti nelle quali tutto è più chiaro. E il cielo d’Europa martedì sera diceva che è vero solo in parte che il sistema italiano non produce giocatori di livello. Unendo Dortmund a Liverpool con una linea immaginaria, la prima giornata di Champions League ha un forte accento italiano. Minuto 45 di Borussia Dortmund-Arsenal, Ciro Immobile percorre il campo palla al piede per cinquanta metri e batte Szczęsny. Se qualcuno era perplesso circa le possibilità che l’ultimo capocannoniere emigrante della Serie A valesse la Champions League, l’attaccante ha impiegato appena un tempo per fugare i dubbi. Stessa partita, minuto 48: Pierre-Emerick Aubameyang salta il portiere dei Gunners e raddoppia. Cosa c’entra il franco-gaboniano? E’ stato svezzato dal Milan, che se n’è poi disfatto.

Minuto 82, Anfield Road rumoreggia per lo striminzito pareggio con il Ludogorets. Balotelli aggancia e la piazza d’esterno sul palo lontano. Gol. Tra i primi ad abbracciarlo arriva Fabio Borini, altro expat. Tre reti con storie diverse ma una radice comune, l’Italia. E ad Atene c’è lo zampino di Alessio Cerci nella rete della speranza, poi naufragata, dell’Atletico Madrid. E’ il made in Italy d’esportazione,mentre in A ci godiamo Marcelo Larrondo, Diego Farias e arrivano con dieci anni di ritardo Torres e Saviola.

In Premier League intanto il Southampton si coccola Graziano Pellè, nato e cresciuto a Lecce (una Coppa Italia e due scudetti Primavera) prima d’essere bollato come un attaccante di riserva dal nostro calcio. Ha cercato fortuna all’estero e l’ha trovata. Dopo anni di prestiti, il Parma ha definitivamente ceduto il suo cartellino al Feyenoord nel gennaio 2013: 3 milioni di euro. In Eredivisie, la A olandese, è diventato il totem della squadra di Rotterdam. Cinquanta gol in due campionati, uno ogni 101 minuti.

“Parliamo di una lega minore, suvvia” hanno ripetuto in molti. Non l’ha pensata allo stesso modo Ronald Koeman, deciso nel volerlo al Southampton dopo averlo allenato al Feyernoord, che con la sua cessione ha messo a segno una plusvalenza di 7 milioni. Pellè ha risposto con 3 reti nelle prime 4 giornate, le stesse di Aguero e più di Rooney. Il ct azzurro Conte ha buttato l’occhio Oltremanica e non è detto che il suo rendimento non valga una convocazione in azzurro per i prossimi impegni. Quella del bomber salentino è una storia simile a quella di Aubameyang, il più piccolo e talentuoso di tre fratelli passati da Milanello e l’unico a non aver messo piede in campo con la prima squadra. Arrivato nel 2007, nonostante un buon primo anno nelle giovanili rossonere, Pierre-Emerick è stato girato in prestito al Digione, poi al Lille e Monaco, prima di finire al Saint-Etienne. Che il 22 dicembre 2011 si fa un regalo di Natale e lo compra per 1,8 milioni. Nella Loira timbra 41 gol in 96 presenze e dopo un anno e mezzo il Borussia Dortmund sborsa 14 milioni per portarlo in Germania. Oggi, 54 partite e 21 gol dopo, ne vale 17. Quindici in più di quanto ha incassato il Milan.

E se per Balotelli la storia ha insegnato che un gol non fa sbocciare (l’ennesima) primavera, c’è comunque da registrare la reazione della Kop, la curva del Liverpool. Ad Anfield ieri uno striscione in italiano accompagnato dal viso di SuperMario recitava: “Non ho nulla da dichiarare, se non il mio genio”. I tifosi dei Reds hanno scomodato Oscar Wilde per mettere in chiaro quale aspetto di Balotelli ritengono più interessante. I risultati e la sinergia del gruppo per il momento danno ragione alla strategia del Milan, che ha intascato 20 milioni dalla sua cessione. Più o meno quanti se ne sono divisi Juventus e Torino per Immobile. Pochi? Il giusto? Se ieri non si fosse svegliato Tevez, la cessione del giocatore avrebbe avuto il profumo della beffa soprattutto sulla sponda bianconera. Perché la Vecchia Signora è quella che ha sgrezzato il talento napoletano ma non ha mai realmente creduto nelle sue possibilità. Neanche quest’estate dopo i 22 gol della stagione 2013/14, ingrediente fondamentale per il ritorno in Europa del club di Urbano Cairo, per il quale la cessione è stata un affare avendo pagato la metà del cartellino “appena” 2,75 milioni.

Il trasferimento di Immobile in Bundesliga è stata manna dal cielo anche per il Sorrento, dove l’attaccante è cresciuto tra il 2002 e il 2007. I “diritti di formazione” porteranno nelle casse dei campani alcune centinaia di migliaia di euro. Un pioggia di felicità per una società di Serie D. La serata da capogiro potrebbe non essere finita. Dello strano caso di Marco Verratti, per il quale nessuna italiana mise sul piatto un’offerta ‘seria’ dopo l’esplosione a Pescara, si è detto già molto. Stasera l’erede di Pirlo inizia la sua terza avventura in Champions League, all’estero. Mentre è tutto da scoprire il futuro di Bryan Cristante al Benfica. Il Milan l’ha ceduto ai portoghesi per 6 milioni, nonostante il centrocampista sia sempre stato dipinto come il fiore all’occhiello del settore giovanile. Ieri non ha partecipato al banchetto dei fratelli d’Italia, seduto in panchina nella sconfitta interna per 2-0 contro lo Zenit. Ma il ragazzo – che ha anche un po’ “cercato” il trasferimento – si farà. Cessioni figlie dei bilanci, certo, ma anche di coraggio nello scommettere e nel dare fiducia ai giovani. Altro che mangiabanane.

Twitter: @AndreaTundo1