Lo scorso 11 settembre ho scritto un post in questo blog dal titolo: “Il Pd resuscita la giustizia ad orologeria di Berlusconi?” attirandomi non poche critiche da parte di militanti e simpatizzanti del Pd che mi hanno rimproverata di essere una forcaiola giustizialista che da per scontata la colpevolezza degli indagati Matteo Richetti, Stefano Bonaccini and company.
Alcuni mi hanno chiesto di scrivere apertamente che io odio il Pd, che c’è l’ho a morte con il Pd. Non posso scriverlo perché non è vero, criticare esponenti del Pd o di Fi o del M5S se si ritiene che stiano sbagliando non significa odiarli ma manifestare la propria libertà di espressione. Dirò di più, se mai avessi votato per il Pd in passato avrei un motivo in più per essere indignata e per sottolineare il fatto che la moralità sempre rivendicata dalla sinistra e la mancanza di moralità rimproverata al centrodestra berlusconiano oggi suona alquanto stonata e ha il sapore della presa in giro.
Altri ancora hanno obiettato che non si apre un’indagine a carico di un politico se l’accusa è di aver rubato “solo” 4000, 5000 euro perché è uno spreco inutile di tempo e denaro da parte della magistratura. Ebbene, cosa sarebbe successo se anche il pool di Mani Pulite l’avesse pensata in questa maniera quando colse con le mani nella marmellata Mario Chiesa definito da Craxi un “mariuolo isolato”? Di Pietro avrebbe dovuto chiudere un occhio perché si trattava di una tangente di “soli” di 7 milioni di vecchie lire?
Evidentemente la verità fa male, verità che nessuno ha in tasca, non i candidati alle primarie del Pd in Emilia Romagna, che, ripeto, rimangono innocenti fino al terzo grado di giudizio ma sono coinvolti in un’indagine per peculato, non l’ad dell’Eni Claudio Descalzi di nomina renziana che resta innocente fino al terzo grado di giudizio ma che è indagato per corruzione internazionale nell’acquisizione di una grande concessione petrolifera in Nigeria, non i pm che a volte possono sbagliare (ma quante volte nella storia repubblicana è stata provata la malafede o il fumus persecutionis?) non i giornalisti ai quali vengono “citofonati” gli avvisi di garanzia a questo o quel politico come dice Renzi ma che contribuiscono spesso a svelare quello che la politica vorrebbe rimanesse chiuso a chiave nei palazzi del potere né tanto meno la sottoscritta che esprime opinioni che possono essere più o meno condivisibili ma che si basano su fatti.
La verità è sotto gli occhi di tutti: durante il discorso di presentazione alla Camera del programma dei “mille giorni” Renzi ha pronunciato la seguente frase: “Aspettiamo le indagini e rispettiamo le sentenze ma non consentiamo ad uno scoop di mettere in crisi dei posti di lavoro o ad un avviso di garanzia citofonato sui giornali di cambiare la politica aziendale di un Paese“
Non credo rimangano aperte molte possibilità di interpretazione: da Craxi a Berlusconi a Renzi non è mai colpa dei ladri ma sempre delle guardie.
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