Maria Tavano è la mamma di Gaia, una bambina di 12 anni che vive sulla sedia a rotelle. Un ausilio che, una volta cresciuta in altezza, doveva essere sostituito da un altro più idoneo. Ma la nuova carrozzina è arrivata dopo due anni. E ora Gaia non può comunque andare a scuola come tutti gli altri, perché la struttura non ha un ascensore. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Maria:

Gaia è la mia bambina di 12 anni: dalla nascita è affetta da una disabilità motoria grave. La nostra è una vita a ostacoli. A cominciare dalla strada che sono stata costretta a percorrere tutti i giorni per accompagnare Gaia a scuola, piena di buche e senza marciapiede. Uno dei problemi di questa vita a ostacoli è stata la necessità di disporre di una nuova sedia a rotelle a scuola visto che Gaia era cresciuta in altezza. Per due lunghi anni abbiamo vissuto utilizzando l’unica sedia che Gaia possedeva e con la paura costante che una parte di questo ausilio si potesse rompere. Per me sarebbe stato come se si fosse rotta una parte di Gaia. 

La storia iniziò più di due anni fa quando segnalai, in aprile, al dirigente scolastico (con richiesta scritta) che l’ausilio in uso a Gaia, per l’avvenuta crescita, non era più idoneo. La dirigente in carica, la dottoressa Venditti, mi riferì che aveva contattato l’ortopedia Ricci che aveva fornito il presidio, e che prima del settembre successivo non si sarebbe potuto sostituire. Non volendo e non potendo accontentarmi di questa risposta, contattai personalmente l’ortopedia Ricci e mi fu risposto che erano stati contattati sì, ma solo per portare alla massima estensione la pedaliera della sedia regolabile, ma che avevano suggerito che era opportuno chiedere una sedia di misura maggiore. A questo punto chiesi l’intervento del fisiatra dell’Asl e lui relazionò la necessità di un nuovo ausilio idoneo. Nell’anno successivo ci fu un continuo prendere tempo da parte del Comune di Napoli (responsabile economico dell’acquisto) e trascorse tutto l’anno scolastico 2011/2012  perché il Comune “non aveva i soldi”.

Io intanto continuavo a pregare che la sedia non si rompesse, altrimenti Gaia sarebbe stata costretta a letto, non certo per colpa mia ma per la troppa usura e a spese mie avrei dovuto far riparare la sedia pur di non fermare una ragazzina così piena di vita. Finalmente dopo due anni Gaia ha potuto avere la sedia idonea; ripeto: dopo due anni. 
Ora ho iscritto Gaia alla scuola media e la storia si sta ripetendo: la nuova scuola è sprovvista di ascensore e questo impedisce a mia figlia di raggiungere i laboratori didattici e un salone utilizzato per le riunioni con i genitori e per momenti ludici dagli studenti. 
Questo problema l’ho segnalato immediatamente al momento dell’iscrizione (gennaio 2014) agli uffici competenti: ognuno, nel proprio ruolo, mi ha tranquillizzata, addirittura l’assessore  comunale Palmieri mi ha proposto un percorso alternativo, talmente alternativo che non esiste!
 Si sarebbe dovuto accedere ai piani superiori della scuola ”Salvemini” dalla scuola adiacente, la ”Comenio”: purtroppo  i due istituti si spalleggiano ma non sono comunicanti.


La presidente della III Municipalità di Napoli, Di Sarno, mi ha anche riferito che si è valutato di installare sia l’ascensore tradizionale, ossia nel vano, sia quello ultramoderno all’esterno. E che per poter realizzare quest’ascensore avrebbe avuto nell’immediato disponibilità finanziaria da parte del Comune di Napoli.
 Ogni volta che andavo a chiedere a che punto eravamo mi dava copie di risposte negative che riceveva dagli uffici competenti.
 Fino a che un giorno l’assessore della municipalità Parisi mi disse: “Signora, ma lei viene tutti i giorni. Cosa voleva che le rispondesse la presidente?”.

Ecco, io volevo soltanto che Gaia fosse messa nelle condizioni di andare a scuola come tutti gli altri. Questo forse LORO non lo capiscono. E forse non lo capiranno mai.

Maria Tavano 

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