Dal 24 al 28 agosto a Praga si è tenuta la nona edizione del “World Congress on Alternatives and Animal Use in the Life Sciences“, un forum mondiale dove vengono presentate le metodologie alternative alla sperimentazione animale, affrontando anche le questioni etiche e l’approccio alla scienza nel XXI secolo.
Uno dei progetti, chiamato ‘Human-on-a-chip‘, presentato al congresso dal Dr.Uwe Marx della TechnischeUniversität Berlin e fondatore della TissUse, potrebbe salvare la vita almeno a novanta milioni di animali nel mondo. “Se approvato dalle autorità di regolamentazione, chiuderanno la maggior parte dei laboratori di tutto il mondo dove si eseguono test su animali” ha dichiarato il Dr. Marx al congresso, come riporta la National Anti-vivisection Society.
L’obiettivo è quello di creare un modello 3D in miniatura formato da dieci diversi modelli di organi umani, noti anche come “organs-on-a-chip“, collegati tra loro per simulare un sistema fisiologico che possa imitare le attività e i processi biologici del corpo umano.
Si tratta di piccoli dispositivi microfluidici, modelli complessi di organi costruiti utilizzando cellule viventi umane su un microchip modificato; questi mini-organi sono coltivati su piattaforme flessibili che permettono alle cellule di cambiare forma e rispondere agli stimoli fisici come gli organi viventi. Un certo numero di “organs-on-a-chip” sono stati già creati e continuano ad essere ottimizzati, compresi i modelli di fegato, polmone, intestino, rene e cuore utilizzati per testare cosmetici, sostanze chimiche e farmaci. La speranza è che lo strumento del Dr. Marx, che dovrebbe essere completato in soli tre anni, possa sostituire i test su animali poco etici, costosi e scarsamente predittivi, rendendo il processo di sviluppo di farmaci e test tossicologici maggiormente in grado di fornire indicazioni accurate e rilevanti per l’uomo. La proposta del Dr. Marx potrebbe rivoluzionare lo sviluppo dei farmaci.
Sicuramente quello che noi, singoli cittadini possiamo fare, è smettere di donare i nostri soldi alla ricerca scientifica su animali e scegliere invece di finanziare metodi etici e tecnologici moderni. Con i soldi raccolti dal progetto “Italia senza Vivisezione” del Centro Internazionale per le Alternative nella Ricerca e nella Didattica (I-CARE), con sede in India e progetti in varie nazioni, è stata finanziato la prima edizione del corso teorico-pratico avanzato ‘Dare un senso ai metodi alternativi alla sperimentazione animale‘ che si terrà a Genova presso il DIMES – Sez. Patologia Generale, il 24 e 25 settembre 2014. Ogni singolo partecipante, sotto la guida di esperti qualificati, potrà allestire test di tossicità su modelli 3D di tessuti umani ricostituiti e colture tridimensionali su nuovi supporti dedicati. Il corso fornirà un’occasione unica per incontrare e interagire con altri ricercatori esperti sui metodi in vitro, provenienti da università e aziende specializzate nel settore. Le competenze che i partecipanti acquisiranno potranno avere una ricaduta applicativa sui laboratori che svolgono non solo attività di ricerca ma anche di analisi su tematiche legate ai rischi per la salute umana, animale e per l’ambiente”.
Colgo l’occasione per informarvi riguardo i prossimi appuntamenti contro la vivisezione. Il primo, promosso da Freccia45 e sostenuto da Animalisti Verona Onlus, Comitato Antivivisezione Pomezia, Comitato Montichiari Contro Green Hill, Italian Horse Protection, Lav, Lega Nazionale Difesa del Cane, Movimento Antispecista, No alla Caccia, Oipa Verona, Tribù Animale e Una Cremona, si terrà sabato prossimo 20 settembre a Verona. L’evento è supportato anche dal progetto Italia senza Vivisezione con “l’obiettivo di informare la popolazione dell’arretratezza scientifica dell’uso di animali e di fornire alternative tecnologicamente avanzate per coloro che volessero contribuire economicamente alla ricerca scientifica”. Il secondo appuntamento è per sabato 11 ottobre a Ferrara per manifestare pacificamente contro la sperimentazione animale e contro lo stabulario dell’Università di Ferrara, “dove gli animali vengono utilizzati a scopo di ricerca soprattutto negli ambiti delle neuroscienze e della farmacologia, in esperimenti tanto inutili quanto crudeli, anche senza anestesia” dichiara Animal Defenders, organizzatore della manifestazione nazionale, alla quale hanno aderito quasi tutte le associazioni animaliste e numerosi animalisti non appartenenti ad alcuna sigla o bandiera.