Vivace botta e risposta tra Peter Gomez e il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto, durante il talk show di approfondimento politico “L’aria che tira”, su La7. Il tema dibattuto concerne le nomine alla Consulta, riguardo alle quali il deputato pugliese del Pd invoca “un processo di condivisione tra varie parti”, così come sancito dalla Costituzione, ma afferma: “Il M5S? Loro non votano nulla, ma addirittura lanciano urla di allarme su presunti inciuci. I nomi che abbiamo proposto” – continua – “mi sembrano di sicura competenza. C’è uno stallo della politica che in questo momento sta facendo una pessima figura davanti al Paese”. Ribatte il direttore del fattoquotidiano.it: “Scalfarotto ha ragione: la Costituzione prevede che ci sia un accordo largo, per il quale bisogna trovare dei nomi di esperti super partes. In questo modo un organo diventa un organo di garanzia”. E rievoca le accuse lanciate in passato da Berlusconi contro la Corte Costituzionale, tacciata di essere politicizzata e spostata a sinistra. “Ma nel momento in cui il presidente della Repubblica” – puntualizza– “decide di nominare come giudice costituzionale Giuliano Amato, che è certamente un fine giurista, ma nell’immaginario collettivo è caratterizzato come un politico e poi il Parlamento tenta di far eleggere due persone, come Bruno e Violante, che vengono vissuti dalla cittadinanza italiana come politici, evidentemente i nostri parlamentari, o meglio i leader di FI e del Pd, non si rendono conto di perseguire con certezza la strada che può portare al discredito anche la Corte Costituzionale”. E osserva: “La stupidità della politica da questo punto di vista è straordinaria. Secondo me e secondo molti, portare un uomo legatissimo a Cesare Previti, condannato per corruzione giudiziaria, è un obbrobrio. Ad alcuni non piace Violante. Portare nel Csm un sottosegretario in carica e membro del governo (Giovanni Legnini, ndr), ed è la prima volta che succede, dà l’impressione che si voglia tentare un controllo ulteriore della magistratura”. Scalfarotto difende Legnini e la sua competenza giuridica, ma Gomez replica: “Non contesto Legnini. Contesto il metodo che è scandaloso. La forma è sostanza in democrazia, dovete ricordarvelo”
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