Sventato il piano di una cellula attiva nel paese e con a capo un cittadino di 33 anni, Mohammad Ali Baryalei. La polizia australiana ha mobilitato 800 agenti che interrogheranno altri 25 sospetti. Cresce l'allerta per il ritorno dal Medio Oriente di circa 60 combattenti
La polizia australiana ha arrestato 15 cittadini accusati di organizzare atti terroristici dimostrativi nel paese. Un’operazione che ha mobilitato 800 agenti tra Brisbane e Sidney e che è servita a mettere le manette ai polsi a esponenti di Isis che cercavano di realizzare l’ennesimo video shock da diffondere, poi, in Internet e sui social network. Il presunto piano della cellula estremista sarebbe stato quello di catturare un civile qualsiasi e filmarne la decapitazione, in linea con i filmati che mostrano l’uccisione di James Foley, di Steven Sotloff e David Haines.
Un’azione che aveva l’obiettivo creare il panico in Australia e nel mondo occidentale, come a dire “noi siamo qui e stiamo venendo a prendervi”. Per sventare quello che sarebbe stato l’ennesimo omicidio da parte dei seguaci dell’autoproclamato califfo, Abu Bakr al-Baghdadi, è stata fondamentale un’intercettazione telefonica di colui che viene considerato uno dei personaggi di spicco della cellula australiana dello Stato islamico, il 33 enne Mohammad Ali Baryalei, per il quale è immediatamente scattato un mandato d’arresto. L’uomo è accusato di aver reclutato e inviato a combattere in Siria e Iraq decine di nuovi miliziani stranieri, i cosiddetti “foreign fighters“. “Baryelei – spiega il primo ministro australiano, Tony Abbot – era a capo di una cellula e esortava le reti di sostegno ai terroristi presenti nel paese a compiere atti violenti dimostrativi”. L’operazione non si è, però, ancora conclusa e la polizia australiana interrogherà almeno 25 sospetti jihadisti per ottenere maggiori informazioni riguardo ai piani della cellula.
La scoperta di questo gruppo di terroristi ha fatto crescere il livello d’allarme tra la popolazione. Ciò che preoccupa le forze dell’ordine australiane è il ritorno di combattenti dal Medio Oriente che si adopereranno per esportare la jihad in Occidente. Si stima che siano 60 i cittadini australiani al momento arruolati con le milizie del califfo e con il Fronte Nusra, legato ad AlQaeda, che stanno combattendo in tutta l’area mediorientale. Altri 15 convertiti, invece, sono stati uccisi.