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Isis, nuovo video. L’ostaggio John Cantlie ai media: “Dite la verità su Stato Islamico”

In un video diffuso sul web dallo Stato Islamico, il giornalista britannico domanda: "Dopo le due disastrose operazioni in Iraq e Afghanistan, perché i nostri governi vogliono essere coinvolti in un altro conflitto?". Il reporter annuncia "nuovi programmi" tv:: "Vi mostrerò la verità di quello che è avvenuto" in questi anni. Parigi annuncia: "Forniremo supporto aereo nei raid" americani, ma "solo in Iraq". Kerry, segretario di Stato Usa: "Assad ha usato armi al cloro e violato accordo sulle armi chimiche"

Lo Stato islamico ha diffuso sul web un video intitolato “Prestatemi attenzione” (Lend me your ears) in cui appare l’ostaggio britannico John Cantlie, giornalista  che ha lavorato per il Sun, il Sunday Times e il Sunday Telegraph, che fa appello al “pubblico” perché si parli dello Stato islamico senza fare disinformazione: il reporter difende le ragioni del gruppo terroristico e sostiene di non essere stato costretto ad apparire davanti alla telecamera. Non è verificabile l’autenticità del filmato.

Nel video, il giornalista appare in camicia arancione seduto davanti a una scrivania. Parla con molta calma e determinazione. Ricorda il suo arrivo in Siria e il rapimento da parte dell’Isis. “Ora le cose sono cambiate, hanno preso il controllo di larga parte dell’Iraq e della Siria”. “Penserete che vi parlo perché sono prigioniero: è vero, il mio destino è nelle mani dello Stato islamico, non ho nulla da perdere. Forse vivrò, forse morirò”, dice Cantlie nel video di oltre 3 minuti. “Dopo le due disastrose operazioni in Iraq e Afghanistan, perché i nostri governi vogliono essere coinvolti in un altro conflitto?”. Poi accusa i media internazionali di manipolare “la verità”, “vi dirò cosa muove l’Isis veramente”. “Vi spiegherò perché altri ostaggi europei sono stati liberati, visto che i loro governi hanno deciso di trattare, mentre Usa e Gb li lasciano a loro stessi”. “Possiamo cambiare le cose ma solo se voi, il popolo, deciderete di agire ora”. Il reporter poi annuncia “nuovi programmi” tv, spiegando: “Vi mostrerò la verità di quello che è avvenuto” in questi anni.

Site: “Jihadisti minacciano attacchi con ebola”
Affiliati dello Stato islamico discutono online sull’ipotesi, per i miliziani e i ‘lupi solitari’, di diffondere il virus ebola in Usa e nelle altre nazioni coinvolte nella coalizione anti-Isis. Lo riferisce l’autorevole Site, il sito di monitoraggio dell’integralismo islamico sul web.  

Pentagono: Sì ai raid in Siria”. Si attende ok di Obama
L’Occidente, intanto, continua ad organizzarsi per rispondere alla minaccia dello Stato Islamico. Il capo del Pentagono, Chuck Hagel, ha detto al Congresso Usa di aver approvato un piano per colpire con raid aerei obiettivi dello stato islamico in Siria. Ora si attende l’approvazione del presidente Usa, Barack Obama. Anche Parigi si dice pronta ad intervenire: “Stamattina ho riunito il consiglio di Difesa e ho deciso di rispondere all’appello delle autorità irachene e fornire supporto aereo”, ha detto il presidente francese Francois Hollande, precisando che l’azione della Francia “non andrà oltre: non ci saranno truppe di terra ed agiremo solo in Iraq“.

Kerry: “Assad ha violato gli accordi su armi chimiche”
Il segretario di Stato Usa John Kerry ha accusato oggi il regime del presidente siriano Bashar Al Assad di avere violato l’accordo internazionale sull’eliminazione del suo arsenale chimico facendo ricorso quest’anno alle armi al cloro. “Esistano prove che Assad abbia usato il cloro”, ha detto Kerry alla Commissione degli Affari esteri della camera dei rappresentanti. Il segretario di Stato Usa aveva già evocato in passato tale ipotesi, ma mai come oggi era stato così diretto.

Consiglio Sicurezza Onu lavora alla risoluzione Usa
I membri del Consiglio di Sicurezza Onu lavorano alla bozza di risoluzione americana per fermare i jihadisti stranieri, che gli Usa sperano sia adottata nel corso della riunione presieduta dal presidente Barack Obama il 24 settembre. Il testo chiede che gli Stati membri “prevengano e sopprimano” il reclutamento e il flusso dei combattenti stranieri e che rendano illegale recarsi all’estero o facilitare il viaggio di altri individui per “pianificare, preparare, perpetrare o partecipare ad atti terroristici”. Il testo è articolato in base al capitolo 7 della carta Onu, che lo rende giuridicamente vincolante per i 193 Paesi membri e dà l’autorità al Consiglio di Sicurezza di comminare sanzioni e prevedere l’uso della forza, anche se in questo caso non si fa cenno all’intervento militare.

Nella bozza si chiede che tutti gli Stati membri rafforzino la cooperazione regionale ed internazionale, anche attraverso accordi bilaterali. Li si invita ad “esigere che le compagnie aeree sotto la loro giurisdizione forniscano in anticipo informazioni sui passeggeri alle autorità nazionali competenti, al fine di rilevare la partenza dal loro territorio, o il tentativo di ingresso o il transito nel loro territorio” delle persone soggette a sanzioni Onu. Inoltre, si chiede di “impedire l’ingresso o il transito nel territorio dei Paesi membri di qualunque persona che in base ad informazioni credibili sta cercando di pianificare o effettuare attacchi o entrare in un gruppo militante estremista”.

Il progetto di risoluzione si riferisce in generale ai combattenti estremisti stranieri che viaggiano verso i conflitti ovunque nel mondo, ma la spinta alla richiesta di intervento del Consiglio di Sicurezza è derivata in particolare dalla crescita dello Stato islamico e del Fronte al Nusra, il braccio di Al Qaeda che ha ormai un peso centrale nel fronte anti-Assad in Siria.