Glasgow è una delle città con le più grandi sacche di povertà del Regno Unito e dell’Unione europea. Il voto di oggi, che deciderà il destino della Scozia, è particolarmente sentito e, fuori dalla Notre Dame School, è praticamente impossibile trovare un cittadino che abbia optato per rimanere con Londra. “La nostra città – dice un militante della Yes Campaign – è stata dimenticata dai governi di ogni colore. Ma questa settimana sono venuti in massa a fare la passerella”. Fuori dai seggi continua frenetica la campagna referendaria e i votanti devono fare lo slalom fra gli attivisti delle opposte fazioni. Nessun attrito però. “Siamo tutti scozzesi e amiamo in egual misura il nostro paese. Non penso scoppierà la guerra civile quando le urne saranno chiuse e avremo il responso” di Lorenzo Galeazzi e Andrea Valdambrini
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione