Lo sport entra in classe. Anche se le scuole italiane crollano. E la tuta non è più di moda. Una nuova governance dell’educazione fisica e sportiva, un tutor da affiancare ai docenti della primaria e una revisione dei giochi sportivi. Il progetto “Sport di classe”, nato dall’impegno congiunto del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, del Coni e della Presidenza del Consiglio dei ministri, è stato presentato presso l’Istituto Manin di Roma. Proprio nella Capitale dove sette scuole su dieci cadono a pezzi e sono in fondo alla graduatoria degli istituti peggiori nel «Rapporto sulla sicurezza, qualità, accessibilità a scuola»
“Credo che lo sport, come lo studio, sia una delle cose più belle, affascinanti e appassionanti che si possano fare nella vita. La cosa che abbiamo voluto fare concretamente è quella di mettere insieme quelle forze che si occupano di sport, quindi il Ministero che mi onoro di dirigere e il Coni che è una fondamentale figura di coordinamento” ha spiegato il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini.
Il progetto prevede il passaggio da un’ottica di sperimentazione riservata ad un numero ristretto di classi al coinvolgimento di tutte le scuole primarie per l’intero anno scolastico 2014/2015: due ore di educazione fisica settimanali per le classi terza, quarta e quinta, a partire da novembre, grazie all’integrazione delle competenze del Miur e del Coni all’insegna di una gestione condivisa. Dal 2015 l’offerta sarà ulteriormente arricchita, con la possibilità di estensione alle classi prima e seconda, anche attraverso l’eventuale utilizzo di fondi europei.
Sempre per la primaria viene introdotta una nuova figura, quella di Tutor sportivo che svolgerà ruolo di supporto a tutte le istituzioni scolastiche italiane in fase di progettazione e realizzazione dell’educazione fisica e dell’attività sportiva scolastica. Ci sarà un’attenzione particolare agli studenti con disabilità grazie al contributo del Comitato Paralimpico che sarà presente con suoi rappresentanti in tutti gli organismi di gestione delle attività. Inoltre è prevista l’introduzione dei Giochi Invernali e dei Giochi di fine anno, che si svolgeranno in orario scolastico e avranno l’obiettivo prioritario di promuovere il valore educativo e sociale dell’attività sportiva.
“Questo progetto è nel mio programma di quando mi sono candidato. Ho detto che questa era la madre di tutte le battaglie”, ha spiegato il presidente del Coni, Giovanni Malagò.
“Per noi lo sport fa parte del grande progetto educativo della scuola – ha aggiunto Graziano Delrio Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport – perché aiuta a tirare fuori il meglio di sé, si gioca per migliorarsi e vincere, devi lavorare con i compagni, devi saper accettare le sconfitte, lo sport è una scuola di vita e uno straordinario strumento di cultura comunitaria”. Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, ha ringraziato pubblicamente il ministro Giannini: “Perché – ha detto – non l’abbiamo dovuta sollecitare di ricordarsi dei tanti disabili nella scuola. Perché avete scelto di abbandonare le classi differenziali e scelto le inclusioni, e lo state portando avanti con grandi difficoltà”. La buona scuola di Renzi riparte da qui, dalla voglia di sport. Anche se di buono, per ora, non c’è ancora niente. Le scuole cadono a pezzi, gli insegnanti contestano e gli studenti scioperano. Io speriamo che me la cavo.