Smaltita la sbornia delle presentazioni di Samsung e Apple tocca ad Amazon riprendersi la scena con i nuovi Kindle. La società di Jeff Bezos, che secondo la confederazione mondiale dei sindacati vanta il titolo di “peggior capo al mondo”, ha presentato il nuovo Kindle da 59 euro che oltre all’interfaccia touch ha un processore più veloce del 20% e spazio di archiviazione raddoppiato. A seguire Fire Hd nei formati con schermo da 6” (15 cm) a partire da 99 euro e 7” (17 cm) da 139 euro. Infine, il top di gamma Fire Hdx 8,9 che utilizza il nuovo Fire Os 4 “Sangria” a partire da 379 euro.

Ai nuovi device spetta il compito di fare dimenticare l’imbarazzante flop del Fire phone che ha catapultato l’azienda nel complicato mercato degli smartphone dove in precedenza anche Facebook ha provato l’ebrezza del fallimento. Mentre Apple mandava in onda lo show di presentazione dell’iPhone 6, Amazon decideva di abbassare, o meglio di far crollare il prezzo del suo smartphone da 199 dollari a 0,99 cent con un contratto di due anni di At&t. Una mossa un po’ drastica ma obbligata visto che secondo le stime del quotidiano inglese The Guardian, che ha incrociato i dati di un paio di ricerche, la società di Bezos ha venduto fino a oggi circa 35.000 cellulari e queste sono le stime più ottimistiche.

Un insuccesso per Amazon, una società che ultimamente oltre ad assomigliare un po’ troppo a Google sta combattendo su numerosi fronti. Forse troppi. Come fa notare Business Insider, possiede un suo sistema operativo mobile, ha il suo app store, vende musica, libri, film e programmi Tv, avrà presto un suo network per la pubblicità online, accetta i pagamenti tramite smartphone, ha un importante servizio di cloud computing (server in affitto) e sta testando i droni. Ma non è Google, è Amazon. Nulla di male, se non fosse che oltre al colosso di Mountain View i rivali di Bezos iniziano a essere numerosi. Fra i colossi e le start up. Se Apple ha un focus ben preciso, Amazon è famosa per non averlo.

Negli ultimi nove mesi l’ex venditore di libri (nel senso che adesso vende molto altro) ha fatto tre incursioni nel mondo dell’hardware con un Tv streaming box, lo smartphone e il servizio di pagamento mobile. Poi ha lanciato il marketplace per i servizi locali, l’abbonamento senza limiti per gli e-book, la consegna dei generi alimentari anche in giornata e un servizio di musica in streaming. Intanto trova anche il tempo per litigare con autori e case editrici a causa di una politica commerciale troppo aggressiva.

La strategia di Amazon è nota. Ci si concentra sul lungo termine, si rinuncia ai profitti e si sopportano margini ridotti con priorità come l’allargamento del mercato e la soddisfazione dei clienti. La concorrenza viene maciullata a colpi di prezzi bassi e anche le aziende partner subiscono le conseguenze di questo atteggiamento. In questo modo però Bezos quest’anno prevede 91 miliardi di dollari di vendite più che i primi 12 retailer online messi assieme. Ma di fronte a 810 milioni di perdite il titolo quest’anno è sceso del 20%. In più ci sono una serie di start up come Spring, Fancy e One Kings Lane che vogliono rendere più attraente il processo di acquisto online, mentre WunWun propone un servizio di consegna gratuito entro un’ora per chi acquista nei negozi locali. Instacart, invece è un servizio di consegna di generi alimentari dove gli autisti guidano auto di loro proprietà, mentre gli ordini arrivano tramite smartphone. Ed è già più diffusa di Amazon Fresch. D’altronde Bill Gates l’ha sempre detto. “In questo momento in un garage sta nascendo una start up che sarà pericolosa per Microsoft”.

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